Non sorprende più ma resta certo interessante cogliere il senso di certi interventi di Papa Francesco. Pronunciati in occasioni diverse e con interlocutori differenti assumono anche un valore generale e di contributo alla lettura delle vicende in corso nel mondo.
La riflessione nasce dalla lettura del testo del discorso del Papa ai vescovi del Mali. Regione africana tormentata da guerre trbalismi, e i drammi della miseria e della fame. Il Papa ha chiesto di contrastare intolleranza ed esclusione atteggiamenti inconciliabili con quello spirito di dialogo indispensabile per costruire una nuova convivenza giusta e pacifica.
Sul valore del dialogo il Papa ha insistito anche con i rappresentanti della Chiesa francese e della conferenza dei vescovi di tutta Europa. Ha sottolineato l’urgenza di un impegno comune sulla libertà religiosa per tutti e ha sottolineato la condizione drammatica della migrazione di migliaia di persone in fuga da guerre, persecuzioni e miseria. Meritano accoglienza e un atteggiamento materiale e spirituale per portare dialogo e pace. Sembrano parole valide non solo per i cattolici. Anche per i politici specie nelle difficoltà attuali dell’Europa e dello stesso nostro paese. Ho in mente le immagini dei manifestanti durante la grande protesta del mondo della scuola e dei sindacati ma non mi pare che il metodo del dialogo abbia ancora funzionato mentre ce ne sarebbe grandissimo bisogno. Anche su una grande emergenza per i nostri conti pubblici il buco enorme che si è aperto dopo la sentenza della Consulta, non può essere risolto solo con invenzioni ragioneristiche, che potrebbero provocare nuovi risentimenti e nuove lacerazioni.
E’ indispensabile una efficace e trasparente comunicazione della soluzione che il Governo dovrà adottare, in uno spirito di comprensione e di giustizia per il paese.