Il disegno di legge sulla scuola è approdato alla Camera. Le votazioni sul testo, in base a quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo, si terranno domani, 15 maggio 2015, e da lunedì 18 a mercoledì 20 maggio 2015 ad ora di pranzo, quando è prevista la votazione finale sul provvedimento.
Sindacati ai parlamentari: in piazza con noi. I sindacati intanto hanno scritto ai parlamentari, chiamandoli a scendere in piazza contro la riforma del governo Renzi. Le sigle sindacali della scuola danno appuntamento a deputati e senatori per domani pomeriggio, 15 maggio, alle 16:30 in piazza del Pantheon. L’incontro è stato organizzato per dare voce alle ragioni che protestano contro il ddl in esame a Montecitorio. “Gentili deputati e senatori – è stato scritto nella mail indirizzata a tutti i politici – le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams di Roma e del Lazio hanno promosso un’assemblea pubblica dal titolo ‘Il mondo della scuola incontra i parlamentari di Camera e Senato’ che si terrà il giorno 15 maggio con inizio alle ore 16.30 In piazza del Pantheon. Le nostre organizzazioni sarebbero liete di ricevere un contributo alla discussione da parte dei rappresentanti del vostro gruppo parlamentare”.
I parlamentari di Sel in piazza. Alla mail hanno risposto al momento i parlamentari di Sel, tramite il capogruppo Arturo Scotto: “Quella proposta da Renzi sulla scuola è una riforma che porta il Paese indietro, la scuola pubblica subisce un colpo e gli insegnanti vengono relegati in un ruolo marginale. Il preside non sarà un prefetto o uno sceriffo, ma sarà un preside ‘faraone’ dal nome del sottosegretario che nel corso degli ultimi giorni ha bombardato di tweet la rete e offeso gli insegnanti della scuola repubblicana”. Il governo ha proposto “un testo autoritario, sbagliato e pasticciato che andrebbe immediatamente ritirato. Sinistra ecologia libertà ribadisce la richiesta di ritiro del provvedimento, l’emanazione di un decreto urgente sulle assunzioni dei precari e un nuovo testo riscritto col mondo reale della scuola. Quello che domani sarà in piazza al Pantheon a Roma. I parlamentari di Sel ci saranno” ha spiegato Scotto.
Giannini: scuola centro della società. La scuola, ha sottolineato il ministro Giannini nel suo intervento nell’Aula di Montecitorio, “non è periferia per il governo Renzi, ma è centro della società”. “Forse questo – ha aggiunto – ha scatenato il dibattito perché non si era abituati a ciò, se ne parlava tra addetti ai lavori. Ora, invece, è tema centrale della nostra riflessione”. Il ministro ha aggiunto: “Dopo anni di tagli e di visione alla cieca” sulla scuola, “noi invertiamo la tendenza con un piano ambizioso”. “Noi – ha ribadito il ministro – non siamo paladini dei precari, ma poniamo termine al precariato per far uscire la scuola da una terapia intensiva continua. La babele di graduatorie ha alimentato una gigantesca macchina di aspettative e di frustrazioni che è costata anche un patrimonio di risorse, sfioriamo il miliardo”. Ha poi sottolineato: “Il nostro obiettivo è ricostruire la normalità che decenni di scelte mancate hanno fatto scomparire e cioè che chi lavora nella scuola sia scelto in base al fabbisogno e selezionato attraverso un concorso pubblico”.
Garante: blocco degli scrutini è illegittimo. Sul blocco degli scrutini è intervenuto Roberto Alesse, presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi: “Allo stato, non c’è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini, ma, anzi, assisto ad incoraggianti segnali di disponibilità e di dialogo sia da parte del governo, che da parte dei sindacati più responsabili”. Questo, ha aggiunto, “è il tempo della responsabilità. È necessario trovare un punto di convergenza per evitare che le proteste assumano forme eclatanti, con azioni illegittime che danneggerebbero soprattutto gli studenti e le loro famiglie”. “La concertazione resta, anche in questo caso, la via maestra per evitare strappi – ha aggiunto Alesse – che lacererebbero il tessuto sociale del paese. Noi faremo la nostra parte, assicurando il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti”. “Al riguardo – ha proseguito – spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazione resti solo un’opzione teorica, perchè, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)”.