“Penso che l’Italia abbia grande qualità nell’intelligence, che ha un particolare radicamento nel mondo arabo, che invece mostra diffidenza nei confronti dei francesi e degli americani. Lì possiamo dare un contributo. Il pericolo di attentati c’è ma penso che abbiamo dimostrato una certa capacità di prevenzione”. Queste le parole di Massimo D’Alema, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. L’ex ministro degli Esteri dem ha soprattutto affermato: “Penso che Hollande stia cercando di sollecitare tutti i paesi amici a mobilitarsi assieme contro una minaccia per l’umanità. Tuttavia l’Italia non è una grande potenza, non ha una grande vocazione militare. Può fare da protagonista se prende l’iniziativa politica o se si prende incarichi speciali mettendo in campo particolari risorse, ma ora l’Italia non può fare altrimenti. Il governo tiene un profilo basso perché può fare quello che può fare”.
L’ex premier è convinto “che per quanto riguarda i musulmani in Europa, e parliamo di circa 30 milioni di persone o forse già 38 milioni, il grande problema sia integrarli perche’ finche’ non si svilupperà un Islam europeo sarà difficile far nascere in loro un senso di nuova cittadinanza. Se li spingiamo in una condizione di clandestinità, se li ghettizziamo, favoriamo gli estremismi”.
Siria: è necessario un accordo con la Russia. “Un accordo con la Russia penso sia necessario. Anzitutto sul punto politico più delicato: il futuro politico della Siria, che secondo me deve escludere Assad ma non le forze che lo sostengono. Poi, una volta fatto questo, arrivare anche a un cessate il fuoco tra americani e siriani e indirizzare le forze contro l’Isis”, ha proseguito D’Alema.
Libia: sorpreso di come l’Italia si sia mossa sulla crisi. Il politico ha anche parlato della Libia: “Sono sorpreso di come l’Italia si sia mossa sulla crisi libica, affidando tutto ad un ambasciatore. Non è stata una bella figura. Sarebbe stato meglio mandare una personalità politica, come ad esempio Prodi. Io? Di prendermi grane per le quali non sono né richiesto né desiderato, ne faccio a meno”.
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