Primarie farlocche: una ferita alla democrazia

Pensiamo ai cittadini che dovrebbero essere i veri titolari del diritto di partecipazione e di scelta: che fine fanno in questo gioco truffaldino delle tre carte? [Nuccio Fava]

Primarie farlocche: una ferita alla democrazia
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9 Marzo 2016 - 21.04


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di Nuccio Fava

C’è stata troppa fretta nel decretare il “trionfo” delle primarie anche a Roma e soprattutto a Napoli. In lizza erano due ultra renziani, non della prima ora, ma da tempo ben allocati nella scia vittoriosa del segretario: il vice presidente della Camera Giachetti , di estrazione radicale e l’onorevole Valente, già della cucciolata di Bassolino e poi parlamentare ed esponente del Pd campano.Queste le candidature su cui si era speso tutto il gruppo dirigente che aveva immaginato all’inizio qualche espediente procedurale per impedire la candidatura di Bassolino, ex presidente della regione e sindaco di Napoli.

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Diversivi e scaramucce caduti nel ridicolo tanto più che neppure a Roma -dopo tutto il mal costume e la corruzione diffusa venuti alla luce con mafia capitale e il commissariamento del partito- non si era riusciti nemmeno a sollecitare la presenza di una qualche personalità di prestigio e di rilievo nazionale per la guida del Campidoglio. La preoccupazione principale pare essere stata quella di restringere il gioco il più possibile e assicurarsi comunque la supremazia ed il controllo da parte dell’apparato più ristretto. Se ne è visto subito il segno nelle dichiarazioni precipitose dei due trombettieri renziani –Serracchiani e Guerini- che esultavano in tv ancora ad urne aperte per la grande prova di maturità e di democrazia offerte dal Pd, unico partito a praticare le primarie e sollecitare la partecipazione dei cittadini. Allo stesso modo si esprimevano il presidente segretario e il commissario del Pd a Roma, anche presidente del partito voluto da Renzi. Una operazione mistificatrice, forse inconsapevolmente mistificatrice, non però meno grave. Innanzi tutto il calo di affluenza specie a Roma che è pur sempre il luogo di maggior rilievo delle prossime comunali. Ma è a Napoli soprattutto dove sono avvenuti i fenomeni più sconcertanti con la documentazione in video di compravendita di voti, anche di esponenti della destra cosentiniana impegnati a procurare voti per l’onorevole Valente, candidata renziana a favore della quale si era mobilitato tutto l’apparato nazionale e napoletano del Pd.

E i cittadini che dovrebbero essere i veri titolari del diritto di partecipazione e di scelta che fine fanno in questo gioco truffaldino delle tre carte? Se ne stanno a casa in stragrande maggioranza o si affacciano ai gazebo per osservare con ironia e scetticismo questo brutto gioco di una fasulla democrazia. Forse proprio a partire dal fallimento di queste primarie all’italiana, bisognerebbe finalmente affrontare il nodo del regime dei partiti secondo la costituzione. Partiti sempre più esangui quanto a ideali e programmi, leaderistici e guidati da un padre-padrone e che dovrebbero pur sempre essere strumenti insostituibili della vita democratica, canale essenziale per un impegnativo rapporto cittadini-istituzioni. Sono i cittadini i titolari della sovranità e della scelta dei rappresentanti cui è affidato il compito di corrispondere e realizzare il bene comune.

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Le sconcertanti vicende delle primarie ci confermano quanto sia profondo il pericolo per la stessa vita democratica e quanto sia urgente provvedere.

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