Renzi zero autocritica: persi i voti perché ho mediato troppo nel Pd

L'esito deludente del primo turno delle comunali per il premier non è colpa sua ma di chi ha remato contro

Matteo Renzi
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10 Giugno 2016 - 09.48


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Se il Pd non è andato bene non è colpa sua, ma di chi rema contro. la sua colpa, al limite, è di aver mediato troppo e non aver usato la scimitarra.

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E’ un Matteo Renzi  che al pari del suo predecessore, Silvio Berlusconi, non sa dove sia di casa l’autocritica. Si è passati dal “non mi fanno lavorare” di Silvio al “lavorano per dividere” di Renzi, dedicato alla sua opposizione interna.

E infatti ha detto Renzi al Corriere della Sera: “Ho legato la mia permanenza al governo all’approvazione delle riforme nel referendum di ottobre e mi hanno accusato di aver personalizzato. Adesso gli stessi vorrebbero legare il governo al voto di alcune realtà municipali? Ma non scherziamo. Nessun Paese del mondo civile fa così. Si rassegnino: le elezioni amministrative sono un passaggio locale”.

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Ha aggiunto Renzi: “Andremo avanti con il cambiamento. E ci sarà spazio per ridurre le tasse”. “Io ho preso i fischi dal primo giorno – continua quindi Renzi – e continuerò a prenderli, mettendo la faccia ovunque”.

Alla domanda se non tema che dopo il 5 giugno si rinsaldi e allarghi un ampio schieramento contro di lui, Renzi ha replicati: “Non mi fa paura chi fa politica contro qualcuno. Se c’e’ una novità che ho portato, fin dall’inizio del travagliato rapporto con Berlusconi, è stata quella di fare politica per un’idea e non contro un nemico. Io penso che gli italiani siano molto maturi, piu’ dei politici e più dei raffinati commentatori. Al referendum sulla scheda c’è la possibilità di avere un Paese più semplice o di mantenere il sistema com’è”.

Quindi, a Bersani che chiede di non mettere i banchetti per il Sì alle Feste dell’Unità, Renzi fa sapere: “Dovrei vergognarmi delle cose fatte? Avremo i banchetti per il sì al referendum”. “E’ ovvio – torna quindi sulle comunali Renzi – che il Pd anche in caso di vittoria in queste elezioni deve affrontare un problema interno. Non si può continuare con un gruppo che tira e altri che lavorano per dividere”. “Se proprio vogliamo trasformarlo in un voto di protesta – osserva – , diciamo che chi non ci vota più per colpa mia mi accusa di aver mediato e discusso fino allo sfinimento con tutti nel Pd”. “L’alleanza con Verdini – sottolinea il premier – criticata dalla minoranza, nasce dal fatto che nel 2013 si sono perse le elezioni. E con Verdini quel gruppo dirigente ha governato e tentato un’intesa sulla legge elettorale”.

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