Renzi: non temo il referendum. Cuperlo: stop al doppio incarico

Il premier apre la direzione Pd: "Avverto la responsabilità di questo passaggio importante". Cuperlo: "Matteo porterai la sinistra alla sconfitta".

Matteo Renzi
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4 Luglio 2016 - 16.15


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Matteo Renzi ha aperto la direzione del Pd, parlando del prossimo referendum costituzionale, che si svolgerà a ottobre. Il premier-segretario ha spiegato che è cruciale “non per i destini di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana”. “Avverto la responsabilità di questo passaggio molto importante per il nostro partito e per la nostra comunità. Vorrei offrire un’occasione di dialogo molto sincera, profonda e franca. La direzione si svolge dopo le amministrative che non sono andate bene, ma anche dopo Brexit, dopo la più grande strage di civili italiani all’estero, dopo un G7 chiave per la comunità internazionale e dopo la mobilitazione, ognuno avrà le sue opinioni, sulle tasse, tutto mentre si raccolgono le firme sul referendum costituzionale”, ha aggiunto Renzi. “C’è qualcuno tra voi che pensa sinceramente che, dopo che la legislatura è nata e ha fatto ciò che ha fatto, in caso di ‘no’ al referendum, il presidente del Consiglio, e io penso anche il Parlamento, non ne possa prendere atto?”, si è poi chiesto Renzi, confermando la sua volontà di lasciare la presidenza del consiglio in caso di sconfitta al referendum.

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Pd: unica comunità in cui si discute. “Sono pronto ad ascoltare, ma anche a difendere la dignità di questa comunità, l’unica in cui si discute in modo franco e per questo viene rappresentata in modo macchiettistico. Litigano tutti i partiti e quelli che lo sono in modo meno tradizionale lo fanno ancora di più, ma al chiuso delle stanze. Il punto è che loro fingono di essere una falange e appaiono come tali, mentre noi – ha aggiunto Renzi, parlando in direzione – valorizziamo troppo spesso ciò che ci divide”.

Pd sia protagonista e non comparsa. Il premier ha poi concluso aggiungendo: “C’è fuori un mondo che chiede al Pd se ha le idee chiare, quella che si apre è una stagione difficile e affascinante nella quale scommetto sul fatto che il Pd possa essere protagonista e non comparsa”.

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L’Ue così com’è, non va bene. “Noi lo diciamo da tempo che l’Ue così com’è non va”, ha aggiunto poi il premier Matteo Renzi, ricordando come questo suo atteggiamento abbia subito critiche anche nel Pd e in Parlamento, come quelle dell’ex premier Mario Monti sulla flessibilità. “All’inizio del 2016 molti giornali del cosiddetto establishment scrivevano che io, prendendo di punta l’Ue avrei terminato la mia esperienza politica. Ma la flessibilità non è una concessione all’Italia ma dovere di buon senso per l’Ue”, ha aggiunto.

G7 a Taormina contro gli estremismi. “Nel G7 di Taormina, il 26 e 27 maggio 2017, dal teatro greco cercheremo di lanciare i valori della nostra cultura” come risposta anche agli estremismi, “insieme al nuovo presidente o – io spero – alla nuova presidente degli Usa, e ai Paesi del G7”, ha aggiunto.

Cuperlo: sconfitta la sinistra, esci dal talent. “È suonato l’allarme, l’ultimo. Oggi tu sei visto come un avversario da una parte della destra, ed è bene così, ma anche da una parte della sinistra e questo è un dramma” per chi è sotto il simbolo del Pd. Senza una svolta, tu condurrai la sinistra italiana ad una sconfitta storica”. Lo ha detto Gianni Cuperlo, leader di Sinistradem, intervenendo alla direzione del Pd, definendo “miope” la relazione di Matteo Renzi e sottolineando: “Esci dal talent di un’ Italia patinata e fatta di opportunità e scopri la modestia”. “Al prossimo congresso io non sosterrò un capo ma un ticket composto da una candidatura solida per la guida del governo e una personalità diversa per la guida del partito”, ha poi annunciato Gianni Cuperlo in direzione . “La teoria del doppio incarico” di segretario e premier, ha detto Cuperlo a Renzi, “ha vissuto finalmente una sperimentazione e l’esperimento è fallito perché è sbagliato costringere un partito solo nella dimensione del governo. La politica è costruzione di senso e non solo di consenso”.

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Bersani: separare incarichi non è dibattito lunare.  “La separazione fra gli incarichi di segretario e premier non è un dibattito lunare . Non è la soluzione a tutti i problemi, è la premessa. E lui era anche d’accordo quando si candidò contro di me. Gli si può quindi far notare che non è così lunare?”. Lo ha detto Pier Luigi Bersani. “Chi sottovaluta le potenzialità della destra in questo momento non vede la mucca nel corridoio”, ha detto ancora l’ex segretario del Pd intervenendo nel corso del suo intervento alla presentazione del libro del senatore Federico Fornaro sull’astensionismo. “Poi certo – dice – la destra può sempre perdersi. Ma bisogna fare attenzione”.

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