di Cesare Gigli
È sempre importante sottolineare questo: se per l’incarico di capo di gabinetto si sceglie di pagare 193 mila euro (che diventano altre 200 mila con gli accessori) l’anno, nessuno – nessuno ripeto – può criticare tale scelta. Si tratta di un incarico delicatissimo, ed è giusto che la giunta, e soprattutto il sindaco di una città importante come Roma, facciano le loro scelte. Sarà il corpo elettorale alle prossime elezioni comunali a dare un giudizio a tale amministrazione. Fino ad allora, qualsiasi scelta fatta è lecita. Ovviamente criticabile, ma lecita.
Ricordiamo di chi si stiamo parlando: Carla Raineri, magistrato in aspettativa della Corte d’Appello di Milano chiamata all’inizio dell’anno a Roma dal commissario Francesco Paolo Tronca al vertice dell’anticorruzione. E da li (dove prendeva uno stipendio di 30 mila euro senza essere in aspettativa) è passata al ruolo – molto diverso – di capo di gabinetto della nuova amministrazione targata Raggi. Scelte lecite, ripeto.
Certo, la difesa fatta da gran parte degli esponenti pentastellati sul fatto che la persona incaricata prenda “meno” del capo di gabinetto precedente da molto l’idea di un’arrampicata sugli specchi. Il capo di gabinetto della giunta Marino (Luigi Fucito) secondo il M5S aveva uno stipendio maggiore, in quanto assommava allo stipendio di Capo di Gabinetto (75 mila euro) anche quello di senatore, per un totale di Oltre 260 mila euro.
Fin troppo facile rispondere che la carica di senatore col ruolo di capo di gabinetto del comune non c’entra nulla, e che alla Raineri si sta pagando l’aspettativa non retribuita da magistrato. Per un aumento netto della spesa per il capo di gabinetto.
Ma, ci ripetiamo, non è importante. Il ruolo richiede, secondo l’attuale amministrazione, quel salario, e magari si scoprirà che alla fine della fiera ci sarà un risparmio netto sui costi della burocrazia capitolina. Volesse il cielo. Siamo tutti qui a tifare per loro.
Le domande vere da porsi sono piuttosto altre: con quali criteri di selezione è stata scelta la Raineri? Quali sono stati i CV presentati per quel posto? Dov’è il bando? Dove si può rintracciare lo “streaming” dove tale scelta viene effettuata, motivandola? Siamo certi che qualsiasi attivista M5S in buona fede si attende queste risposte. Del resto, la “differenza” del movimento con i vecchi partiti era tutta nella trasparenza delle scelte (ricordate i primi V-Day? Le frasi che risuonavano erano pressappoco “Vogliamo scegliere le persone in base alla loro competenza con criteri di selezione professionali, non in base a convenienze politiche! VAFFANCULO!”).
Io non ritengo invece utili tali risposte. Se infatti eleggo qualcuno è per fargli/farle fare un lavoro delegandogli/le le responsabilità a quel lavoro correlate: se devo controllare io che oltretutto non sono neanche un tecnico, il sistema della democrazia rappresentativa va a farsi benedire, e le competenze anche. Del resto, nei nostri condomini paghiamo un amministratore perché faccia un mestiere che noi non siamo in grado di fare. Sta a noi, poi non rinnovargli l’incarico se non ci piace. Per le cariche politiche, mutatis mutandis, è lo stesso, soprattutto per le amministrazioni locali.
Ma, lo confesso, rimango in attesa di quelle risposte anche io, dopo aver sentito alcune risposte date alla stampa dalla stimata Raineri. Le dettaglio qui sotto (sono prese da un articolo del Fatto Quotidiano, che non è di certo pregiudizialmente avverso al M5S)
“Io non guadagno tanto, la differenza con il mio stipendio precedente è di 1.000 euro al mese, e con quei soldi devo pagare i viaggi per Milano dove risiede la mia famiglia e l’albergo a Roma. Io sono un magistrato, guadagnavo 170 mila euro, ora sono 21 mila in più̀, al netto la metà, ovvero circa mille euro al mese con cui pago anche l’alloggio a Roma. Io lavoro dalle 7 alle 24 tutti i giorni, non vedo la mia famiglia, faccio una vita complicata: non raccolgo margherite, a fare il mio lavoro non ci può̀ essere chiunque. Certo possono risparmiare, vanno alla stazione Termini e prendono una persona qualsiasi” (Intervista al Corriere della Sera)
“Ma secondo lei a tre anni dalla pensione mi trasferisco a Roma per rimetterci? Così i contributi si abbassano. Se uno vuole prendere un capo di gabinetto che costa meno può̀ prendere mio figlio: guadagna 1.500 euro al mese” (Il Messaggero)
“Ho diritto a 193 mila euro. in quanto sono giudice. Sono a 600 km da casa, entro alle 7 del mattino in Comune ed esco a mezzanotte ogni singolo giorno. A lavorare gratis non sarei mai andata… Se la Sindaca Raggi ha deciso di volere al suo fianco un magistrato, lo pagherà̀ il dovuto.. le chiacchiere stanno a zero. Chi critica il mio stipendio, conduce una battaglia contro tutta la magistratura.. ripeto, se qualcuno vuole combattere questa battaglia, allora vorrà̀ dire che tutti i magistrati hanno stipendi d’oro. Dovrà̀ vedersela con l’Anm” (Repubblica)
Ora, le considerazioni che mi sono venute in mente sono le seguenti:
- la differenza col suo “stipendio precedente” è ininfluente: faceva un altro mestiere. Che lei debba pagarsi i viaggi a Milano ed un albergo a Roma (perché? Non Le basta una stanza a 500 euro al mese come gran parte di chi viene a Roma da fuori per lavorare?) è un problema che deve affrontare privatamente, senza venirci necessariamente ad informare della cosa. Le difficoltà familiari (chi scrive ha fatto la stessa vita per tre anni) le capisco, ma do al magistrato una notizia importante: non glie l’ha ordinato il medico di fare quello che sta facendo, ma è stata una sua scelta, evidentemente concordata con la famiglia. Oltretutto, con Tronca (dove prendeva solo 30 mila euro l’anno), come faceva?
- Che il suo lavoro sia complesso non lo nega nessuno; ma do al nuovo capo di gabinetto un’informazione che mi auguro non la sconvolga: non è l’unica a farlo, né è la meno pagata. Quindi la mozione “lavoro difficile= giusto essere pagati” o è vera per tutti o per nessuno. E quando dico per tutti, intendo per tutti quelli che il M5S molto spesso indica come “Kasta” con la K.
- A me se lei a tre anni dalla pensione non ci vuole rimettere, come romano, interessa poco: mi interessa molto di più osservare che non confronta il suo stipendio con quello del suo predecessore, ma con quello di suo figlio. Mi sembra un modo di ragionare non propriamente corretto.
- Io non critico il suo stipendio, lo ripeto per la terza volta. Ma non credo che chi lo faccia sia “contro la magistratura” (Bum!) ma magari si chiede semplicemente il perché una carica che costava 75 mila euro l’anno ora ne costa più del doppio. Di risposte ce ne sono tante, ma di sicuro non quella del “gombloddo” con i magistrati.
- Perché “dovrà vedersela con l’Anm”? Ricordo alla stimata Raineri che lei è adesso Capo di Gabinetto del Sindaco Raggi. Il fatto che sia in aspettativa a tre anni dalla pensione come magistrato è una cosa sua, che non dovrebbe influire sul suo lavoro o sulle sue risposte. Se nella sua vita precedente la Raineri fosse stata Chirurgo o Architetto, che voleva dire? Che chi la criticava era contro i chirurghi o gli architetti e che se la sarebbe dovuta vedere con l’ordine delle rispettiva professioni? Bah…
Insomma, per mettere in discussione la scelta della Raineri più che il suo stipendio mi sembra bastino ed avanzino le sue parole.
Speriamo bene.
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