Dopo aver solcato il palco che ha visto la nascita del nuovo movimento ConSenso, deciso a raccogliere tutte le anime del No al referendum Renzi, e da quel palco aver invocato lo spettro della scissione, massimo D’Alema usa animo più pacato e frena – in un’intervista a La Repubblica – mantenendo fermo il punto focale: senza le urne la battaglia è tutta sul Congresso da cui esca fuori un nuovo leader. Perché Matteo Renzi non può più esserlo.
Alla domanda se, per affrontare l’attuale crisi, non sia meglio un governo legittimato, D’Alema risponde: “”L’idea di precipitare verso elezioni anticipate con una legge proporzionale, con prospettiva certa di ingovernabilità, è una scelta folle. Con quale progetto? Con quale ipotesi di alleanze? “
“Se prevalgono buon senso e responsabilità – dice – riprenderà il percorso ordinario che porta al congresso del Pd. Ma l’obiettivo resta la discontinuità con la stagione renziana. Serve un cambio di contenuti e di guida”.
Un’idea chiara: serve la legge elettorale e subito: “Il Pd ne ha proposto cinque diverse. E non è la minoranza che rompe le scatole. Lo scontro più aspro è quello che divide l’idea di Franceschini di un premio alle coalizioni e quella di Orfini che lo vuole alla lista”.
Sulla questione del chi sostenere al Congresso Pd poi ribadisce: “”Quando ci saranno il congresso e i candidati farò le mie valutazioni. Oggi registro che da Bersani a Speranza, Emiliano, Rossi, sosteniamo posizioni simili e lo stesso Cuperlo ha più volte sottolineato che Renzi non può essere la guida adeguata di un nuovo centrosinistra”.
“Un rinnovato Pd può riunire intorno a sé movimenti civili, personalità e creare una grande lista aperta che possa aspirare ad avere molti voti. Forse non prenderà il 40%, ma ci andrebbe più vicino del Pd com’è messo ora”.
D’Alema sembra temere lo spauracchio della destra: “”Non sottovaluterei la destra, che in coalizione può arrivare al 35 per cento. Se faremo una legge basata su questo meccanismo, si rimetteranno insieme e ci ringrazieranno “.
Affonda poi sul movimento 5 stelle: “Sono una confusa coalizione di persone e culture che rappresentano il malessere del Paese. Esprimono il peggior sindaco d’Italia, la Raggi, che si è circondata della peggiore destra, e Appendino che è in cima ai sondaggi di gradimento “.
E sui suoi intendi in caso di elezioni anticipate, l’ideatore di ConSenso risponde: “Non ho mai fatto parte della sinistra della sinistra, ma sempre del centro della sinistra. Sono solo preoccupato per il mio Paese. Il nostro gruppo dirigente appare debole e confuso. Abbiamo governato con Ciampi Amato e Prodi. Oggi, salvo poche eccezioni, c’è solo chiacchiericcio senza costrutto. Non ci si rende conto che siamo seduti su una polveriera “.
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