Alcuni meccanismi sono abbastanza scontati. Un comico in crisi di battute e di ispirazione cosa fa? Parolacce, pernacchie e perfino flatulenze. Che una crassa risata la strappano sempre.
Un quotidiano in crisi di copie e di audience cosa fa? Doppi sensi, donne nude, tette, allusioni pecorecce o assume il lord inglese Vittorio Veltri, teorico delle patate bollenti.
Un politico senza pensiero politico ma che ambisce solo a conquistare sia come sia il potere (parola troppo grossa) o una poltrona (esempio più ragionevole) di questi tempi che fa? Spara addosso ai migranti, agli immigrati e agli stranieri. Ormai è un coro unico.
Salvini e Meloni e casa Pound lo fanno come ragione sociale; Berlusconi lo ha fatto e ora, fiutato che la parola “moderati” non tira più, è tornato a sparare su stranieri e migranti. Grillo ha perso le comunali al primo turno e, giustamente, si è tolto i panni francescani e ha indossato quelli del cacciatore di immigrati. Renzi ha perso le elezioni ai ballottaggi e, buon ultimo, si è messo a ripetere gli slogan che sono stati il cavallo di battaglia di Salvini e Meloni (e Casa Pound).
Viste le discussioni sulla legge elettorale e viste le inesistenti differenze politiche tra i vari schieramenti, l’idea è quella di una sorta di solidarietà nazionalista (non nazionale) da tradurre in un listone unico “No migranti”, da presentare alle elezioni.
Vincerebbero a mani basse. Le guerre, i commerci di armi, le speculazioni edilizie, i licenziamenti e perfino le tangenti potrebbero aspettare. Mutuando Trump: la caccia all’immigrato prima di tutto. Per il resto c’è tempo. (E. Con)
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