L'italo-albanese iscritto al Pd: sullo Ius Soli mi sento tradito dal mio partito

Bruno Leka, tra i fondatori del movimento 'Italiani senza cittadinanza' è arrivato in Italia quando aveva tre anni

Italiani senza cittadinanza chiedono la legge sullo Ius Soli
Italiani senza cittadinanza chiedono la legge sullo Ius Soli
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13 Settembre 2017 - 07.49


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Mi sento tradito, soprattutto pensando che al governo c’è la sinistra, c’è il mio partito”. Lo ha detto  Bruno Leka, tra i fondatori del movimento ‘Italiani senza cittadinanza’, portavoce pistoiese della Federazione degli studenti, iscritto al Pd. Leka è arrivato in Italia a 3 anni dall’Albania insieme alla madre.
“Purtroppo temevamo l’ennesimo slittamento, ma la riforma addirittura sparita dal calendario. Ora la paura è davvero di non farcela per la fine della legislatura e se lo ius soli non viene approvato ora, figuriamoci con un’altra maggioranza. Purtroppo il clima si è fatto più ostile”, spiega Leka.
In primavera si andrà ad elezioni e questa è diventata una legge scomoda, che rischia di far perdere voti. Gli italiani oggi sono confusi, impauriti, mentre due anni fa i sondaggi davano la maggioranza nettamente a favore dello ius soli”. In due anni, aggiunge, “la propaganda di destra ha spostato l’opinione pubblica, mettendo tutto assieme: cittadinanza, emergenza profughi, terrorismo”. “Invece va detto con chiarezza che lo ius soli temperato e lo ius culturae con le ondate di profughi non c’entrano nulla. Basta leggere la legge, ma la propaganda è più forte della verità”.
Leka sottolinea che il movimento andrà avanti: “Mi sento più italiano che albanese. Qui sono cresciuto ed è questo il Paese di cui conosco profondamente lingua, cultura, che chiamo casa e dove ho amici e affetti. Per questo, mi auguro di essere finalmente cittadino della mia Italia e di vedere riconosciuti i miei diritti, e chiaramente anche i doveri, di italiano”.
Enrico Letta: ha prevalso la paura
Conosco le regole della politica e so bene che se non c’è una maggioranza, una legge non passa. Capisco bene quindi se il Parlamento si è dovuto fermare per l’assenza di una maggioranza. Ma la vicenda dello Ius soli mi ha colpito molto in termini di cultura politica”. Lo ha affermato l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta.
“Si è fatta passare un’associazione tra gli sbarchi e il riconoscimento della cittadinanza, due cose – ha aggiunto Letta commentando l’accantonamento al Senato della legge sulla cittadinanza – che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Stiamo parlando di una legge che c’è in molti Paesi europei”.
“L’Italia purtroppo, su questa materia, è il Paese più restrittivo. Credo che tutta questa situazione sia il determinata da fatto che si aizzano la paure, che si alzano i muri e che si vogliano mettere gli uni contro gli altri. Non è solo colpa dei populisti. La politica che si basa solo sulla ricerca e la creazione di un nemico da combattere – ha concluso Letta – genera solo contrasti. E l’Italia oggi è un Paese pieno di contrasti”.

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