Il fascismo come si alimenta? Non solo mettendo la camicia nera, ma assai più spesso mettendo la camicia bianca e irridendo il valore costituzionale dell’antifascismo, minimizzando i rischi autoritari e soffiando su razzismo e xenofobia.
Questa la strategia dell’ex ‘comunista’ indipendentista padano della Lega Nord diventato un simbolo dell’estrema destra lepenista.
Cos’ a chi gli chiedeva se si sarebbe iscritto all’anagrafe antifascista istituita dal Comune di Sant’Anna di Stazzema, Matteo Salvini ha risposto: “Vabbè, l’anagrafe io la lascerei per l’anagrafe canina”.
“Sono contro i regimi -ha aggiunto il leader della Lega- sono pacifico e non violento: rossi e neri hanno creato abbastanza disastri e sono stati condannati dalla storia. A me fanno ridere quelli che parlano di pericolo, del ritorno del fascismo. Non torneranno né il fascismo, né il comunismo. Io voglio vivere in base alle regole e purtroppo in Italia c’è qualche fenomeno di sinistra che pensa che chiedere regole, limiti, rispetto, doveri oltre che diritti, sia fascista”.
Dimentica solo che i fascisti lui li ha coccolati e li ha messi nelle sue liste e che le bandiere nere sono sventolare accanto a quelle della Lega nord. Particolari non di poco conto.