Richetti si propone per il dopo Renzi: "corro per la segreteria, il Pd rischia l'estinzione"

Il senatore dem: "servono le primarie per il leader e una vera e propria ricostruzione del partito"

Matteo Richetti e Matteo Renzi
Matteo Richetti e Matteo Renzi
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29 Marzo 2018 - 09.14


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“Il Pd rischia l’estinzione” e può ritrovare il suo popolo solo ripartendo dall’opposizione, con una “traversata nel deserto” e un segretario incoronato dalle primarie. È la strada indicata dal senatore Matteo Richetti, renziano della prima ora, pronto a correre per il Nazareno.
“Sia il M5s che la Lega – ha detto Richetti in un’intervista al Corriere della Sera – usano il Pd per mandarsi i messaggi. Io non mi riconosco nelle letture bizzarre di chi, nel mio partito, dice che gli elettori ci hanno mandato all’opposizione. Noi dobbiamo fare opposizione perché il nostro progetto di Paese è alternativo e incompatibile rispetto a quello di Grillo e Salvini. Come si fa a pensare che il Pd possa condividere un solo giorno di governo con chi vuole l’abolizione della Fornero, il reddito di cittadinanza o il superamento dell’obbligo delle vaccinazioni?”.
“Con tutto il rispetto – ha aggiunto Richetti – trovo aberrante pensare che, se il M5s non trova i voti della Lega, noi dobbiamo metterci i nostri. La sola idea che una forza politica possa indifferentemente allearsi con noi o con Salvini è la fine della politica come progetto”.
L’ostacolo è Renzi? “No, il M5s che la pone nei termini ‘liberatevi di Renzi e siete potabili’ deve capire che c’è una soglia di dignità e decenza sotto la quale non si va. Renzi si è dimesso davvero. L’elezione dei capigruppo dimostra che il Pd oggi decide in maniera molto libera”. Sui capigruppo, osserva, “io non ho visto Renzi imporre nomi e non lo vedo imporre la linea politica. Nessuno ancora si è alzato per dire facciamo un governo con Di Maio. Io penso ci sia uno spazio vero per una intesa tra lui e Salvini. Ci dicono, perché non salite anche voi su quell’autobus? Perché va in una direzione pericolosa per l’Italia”.
Richetti ha bocciato anche l’ipotesi di una partecipazione Pd ad un governo di scopo. “Con tutta l’ammirazione e il rispetto per il capo dello Stato, non credo che gli atteggiamenti di responsabilità del Pd si possano tradurre nella partecipazione a un governo. Che lo chiamiamo di scopo, a tempo o di larghe intese, sarebbe sempre politico e ci porrebbe un drammatico problema di coerenza”.
“Nessuno – ha sottolineato Richetti – si è spinto a ipotizzare la partecipazione del Pd al governo. Sarebbe residuale sul piano dei numeri e non farebbe fare al Pd la cosa più utile: la traversata nel deserto, una vera e propria ricostruzione del partito”.
Poi la difesa delle primarie. “Trovo surreale – ha detto Richetti – che un pezzo forse maggioritario del Pd dica che le primarie non servono più. È lo strumento con cui abbiamo eletto Prodi, Veltroni, Bersani, Renzi e dato un profilo al partito. Far concludere il mandato della segreteria Renzi con una assemblea senza primarie sarebbe un errore clamoroso. Se vuoi ricostruire dopo il risultato peggiore dal dopoguerra, devi rivolgerti al tuo popolo”.
Infine Richetti ha lanciato la sua candidatura alla segreteria del partito. “Sabato 7 aprile sarò a Roma con un grande appuntamento all’Acquario Romano, per dare voce a chi voce non ce l’ha. Il rischio estinzione del Pd esiste, perché altre forze oggi stanno assumendo le istanze della sinistra. Non possiamo stare fermi, dobbiamo rimetterci in cammino subito”.

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