Volano stracci, tweet, insulti, prese di posizioni, arroccamenti. E la sentenza di Palermo sulla trattativa Stato- Mafia certo non giova a Berlusconi, considerato il ruolo acclarato di Dell’Utri, tra i più fedelissimi del Cav, secondo i giudici. Facciamo il punto della giornata. All’indomani del fallimento dell’accordo con i 5 stelle e al termine di una giornata in cui Matteo Salvini non ha risparmiato bordate e chiari avvertimenti a Silvio Berlusconi, il rapporto tra i due leader per il leghista è “ai minimi storici”. Tanto che tra le file di Forza Italia torna a crescere il sospetto che, in realtà, Salvini voglia rompere l’alleanza con Berlusconi per dar vita a un governo con Luigi Di Maio e che stia solo aspettando il pretesto. Il Cav., di par suo, alza il tiro, insulta i Pentastellati (‘buoni a pulire i cessi’), e di fatta detronizza la Lega, lancia ipotesi di accordi con il Pd. In questa partita i sospetti sono reciproci: nella Lega infatti non manca chi, osservando l’atteggiamento di Berlusconi, si spinge a sostenere che il leader azzurro stia davvero lavorando ad un’intesa con il Pd, ipotesi che il leader leghista ha rifiutato in maniera categorica sin dal giorno dopo le elezioni. E che la situazione sia critica lo conferma, senza remore, lo stesso Salvini: “non ho sentito” l’ex premier, “credo che non lo sentirò. L’insulto non serve a nulla”. Tra le priorità del leader del Carroccio, viene spiegato, c’e’ quella di guadagnare tempo, evitare un preincarico a Di Maio o un mandato esplorativo a Fico, che sposterebbe inevitabilmente l’asse pentastellato verso il Pd. Da qui la ribadita insistenza nel mettersi in campo e guardare a Mattarella. Fondamentale per il Leghistar. Ovvero. riallacciare la trattativa con Di Maio: per tutto il giorno i contatti tra i due si susseguono, confermati da un ‘fuori onda’ colto dai giornalisti durante la visita del leader del Carroccio al Salone del mobile a Milano, in cui lo stesso Salvini conferma i messaggi con Di Maio. Ma messaggini a parte la realtà dice che il Colle non permetterà un quarto show ma concede un tregua fino a lunedì. Il capitolo “esplorazioni”, almeno Mattarella è chiuso. Possono bastare due giri di consultazioni e uno di esplorazione. Niente incarico a Matteo Salvini, quindi. Mentre è alle porte un mandato esplorativo per sondare terreni diversi, a partire da quello da sempre indicato da Di Maio, cioè un esecutivo M5s-Pd.
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