Ma il contratto di governo Lega-M5s è di destra o di sinistra?
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Ma il contratto di governo Lega-M5s è di destra o di sinistra?

Un'analisi dell'Istituto Cattaneo lo ha valutato secondo 26 categorie politiche.

Di Maio e Salvini
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25 Maggio 2018 - 07.35


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Il programma di governo di Lega e Movimento 5 stelle sarebbe un programma di centro più che di destra. È quanto riporta il Fatto Quotidiano in edicola che cita uno studio dell’Istituto Cattaneo di Bologna in cui si legge che “sull’asse sinistra-destra il programma elaborato congiuntamente da M5s e Lega si situa al centro dello spazio politico, più vicino alle posizioni del partito di Di Maio che non a quelle, più estreme, della Lega”.

Il metodo usato dall’Istituto, scrive il Fatto, “si basa sugli standard del Comparative Manifesto Project: un elenco di 26 categorie di politiche pubbliche, 13 di destra, 13 di sinistra, e su altre due polarizzazioni, quella tra progressisti e conservatori sui diritti civili e quella tra europeisti ed euro-scettici”.

In un grafico pubblicato dal quotidiano si vede il programma di governo in una posizione che potremmo definire, piuttosto paradossalmente, “conservatrice ma un po’ di sinistra”, perché Salvini da un lato è riuscito ad ottenere le sue priorità su sicurezza e immigrazione, mentre i 5 stelle hanno ottenuto di inserire nel contratto praticamente “tutte le loro istanze su welfare e istruzione”.

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Ma tra le misure di destra previste dal nuovo governo c’è la flat tax, o tassa piatta, oggi oggetto di una lunga analisi del Sole 24 Ore: “La flat tax pentaleghista presenta più rischi che vantaggi per le banche. Secondo le prime stime, in assenza di un periodo transitorio l’impatto della dual tax potrebbe determinare una perdita per il sistema creditizio che oscilla tra i 3,1 e i 5,3 miliardi di euro”. A questo, spiega il quotidiano economico, si potrebbe aggiungere “l’effetto negativo del taglio dell’aliquota Ires”, che senza una corretta gestione del periodo transitorio, “ha riflessi negativi anche Syl patrimonio di vigilanza valido ai fini di Basilea 3”.

Sempre sul Sole 24 ore, l’oramai ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan esprime le sue perplessità sul contratto di governo di Lega e M5s: “L’aspetto più preoccupante nel Contratto alla base del Governo in costruzione è la sottovalutazione delle conseguenze di certe scelte – afferma il titolare di Via XX Settembre – Ci si preoccupa dell’Europa, ma le eventuali procedure di infrazione impiegano mesi a svilupparsi, mentre la risposta dei mercati arriva in pochi secondi”, e avverte: “Anche dal nome che sarà scelto arriverà un segnale ai mercati, perché dietro al nome ci sono delle idee”,

 
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