Dopo migranti, rom e Saviano, il turno nella lista di argomenti contro cui scagliarsi di Matteo Salvini comprendeva i vaccini, e non c’è da stupirsi: il movimento antivaccinista è stato terreno fertile per la cieca propaganda leghista, che ha ricercato nei no-vax un elettorato facilmente irritabile e disposto a seguire qualcuno che la pensasse come loro, ossia che i vaccini sono il risultato di un grande complotto farmaceutico, nel peggiore dei casi. Nel migliore, si tratta di individui che mettono in dubbio l’utilità scientifica dei vaccini, cosa che se sei un privato cittadino hai tutto il diritto di pensare, finché non metti in pericolo la salute di tuo figlio o degli altri.
Ma che Salvini abbia deciso di cavalcare l’onda lunga dell’antiscienza non è piaciuto a nessuno dentro il suo governo, a cominciare dal compare Di Maio, che ha dovuto rimettere in riga il leader leghista come già aveva fatto sui rom. E anche il ministro della salute Giulia Grillo (M5s) non l’ha presa bene: “Le valutazioni di tipo scientifico non competono alla politica. La politica ‘non fa’ la scienza, la scienza la fanno gli scienziati”.
È il primo, vero scontro in cui i cinque stelle hanno rialzato la testa, decisi questa volta a non stare al gioco di Salvini, che lancia la bomba, scuote le pance degli elettori e poi passa con disinvoltura a un altro argomento popolare, in un’infinita campagna elettorale. Ma stavolta nella Grillo ha trovato un ostacolo che lo ha costretto a tornare parzialmente indietro: non è vero, come ha sostenuto poche ore prima, che dieci vaccini sono pericolosi, ma che comunque è un argomento di cui bisogna parlare. Specie in vista di settembre, quando molti bambini non saranno ammessi a scuola a causa del decreto Lorenzin, che vieta l’ingresso nelle strutture scolastiche a chi non ha rispettato le vaccinazioni obbligatore.
Il decreto Lorenzin è al centro di critiche anche dei 5 stelle, che sostengono che più che l’obbligo serva informazione, ma la Grillo specifica che “i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria. E la cosa non è in discussione”.
“Il contratto parla chiaro” continua la ministra, “vogliamo rivedere il decreto Lorenzin, assicurando comunque una tutela vaccinale ai nostri bambini. Poi ognuno ha la sua idea sui vaccini e la nostra la conoscete”. Ad oggi, nonostante i 5Stelle siano stati i primi a mettere in discussione i vaccini e la loro utilità, le idee della Lega e quelle del ministro appaiono su due binari differenti.
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