di Riccardo Valdes
Ci vuole coraggio a dire no. A dire che quell’emendamento votato da Lega e M5s e che di fatto interrompe l’obbligatorietà dei vaccini a scuola, non va bene. Un “indignato voto contrario” quello della senatrice pentastellata Elena Fattori che prendendo la parola in Aula ha detto: “Rspetto la scelta del Movimento ma per storia personale, professionale e dolorosamente di madre non posso fare altro che dissociarmi dal mio gruppo”. Nata a Rimini, madre di tre figli, si è laureata con lode in scienze biologiche presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel 1989. Ha conseguito il dottorato in biologia molecolare presso l’Università Irchel di Zurigo. Poi ha lavorato come ricercatrice presso Irbm Science Park di Pomezia sino al 2009 . Nel settembre 2017 si candida alle elezioni primarie del Movimento 5 Stelle per scegliere il capo politico e candidato premier del partito: arriva seconda – dopo Luigi Di Maio – ottenendo 3 596 voti pari al 9,6%.
La mamma di un “bimbo fragile”. Uno dei tre figli della senatrice si chiama Nicolò. “Appena nato è stato ricoverato in terapia intensiva e, insieme a tanti bimbi fragili, almeno quelli che ce l’hanno fatta, è sopravvissuto alla sua prima infanzia grazie al fatto che non ha contratto malattie difficili. Non è andato al nido, non si poteva vaccinare, non sono stata libera di scegliere perché giravano malattie che dovrebbero essere scomparse e lui non ce l’avrebbe fatta”.Anche per questo motivo la posizione della Fattori sui vaccini è ferrea. La biologa che è molto amica di Burioni al Messaggero ha detto: “Con la proroga si è deciso di non decidere. È come dire che le cinture di sicurezza sono importanti, ma che per un anno chi non le usa non prende la multa. Una mossa che facilita l’elusione della legge- Prorogare significa non soddisfare nessuna delle due istanze che abbiamo messo nero su bianco. Il ministro Grillo sta peraltro lavorando con grande serietà e impegno a un intervento più ampio. Ma intanto, a breve termine, resta la sensazione di aver assistito a un trucchetto che sa di vecchia politica“.
Come vecchi politici. “Un decreto brutto, nel metodo e nel merito”, dice la senatrice del M5s al Foglio, che già a inizio luglio, con un coraggioso messaggio pubblico inviato al ministro della Salute Giulia Grillo, aveva ricordato la sua tribolata esperienza di mamma di un “bimbo fragile”, costretta a rinunciare a vaccinare suo figlio e a temere poi per la sua incolumità. “Nel metodo, dicevo, perché abbiamo contestato a Beatrice Lorenzin di avere legiferato per decreto su un tema delicato come questo. Allora chiedevamo la convocazione degli ‘stati generali’, un dibattito franco. E ora, invece, il M5s ricorre a un artificio degno della peggiore vecchia politica, inserendo un emendamento a un decreto milleproroghe, ad agosto”. E nel merito? “Nel merito si crea confusione, senza dare alcuna garanzia di investire nell’informazione e nella divulgazione. Insomma, una proroga che è addirittura peggiore di un’abolizione dell’obbligo, perché genera una pericolosa ambiguità”.
Lo scontro con Roberta Lombardi. Non è la prima volta che la senatrice si scontra con alcuni esponenti del Movimento sul tema dei vaccini. Il caso più eclatante fu la polemica con Roberta Lombardi. Tanto che la candidata alla Regione Lazio avrebbe addirittura scritto a Di Maio facendogli sapere di non volerla al suo fianco ai comizi in vista del 4 marzo per paura di essere messa in imbarazzo di fronte agli elettori, in particolare per le sue idee sui vaccini. In un’intervista al Foglio Fattori le risponse per le rime: “La Lombardi farebbe bene a chiarirsele lei le idee sui vaccini, se ancora non lo ha fatto, visto che le mie posizioni sono alla base di un disegno di legge firmato da tutto il gruppo del Senato”.