I dati sono abbastanza chiari. Il partito democratico ‘padronale’ nelle mani di Matteo Renzi ha avuto un’emorragia verso il M5s perché tanti suoi elettori hanno pensato che il MoVimento desse una risposta a una serie di istanze che il Pd del Jobs Act, della cosiddetta buona scuola e del produttivismo anti-ambientalista non fosse in grado di dare.
Oltre a un dato prettamente emotivo da non sottovalutare: il Pd percepito come protettore degli interessi delle élites e lontano dalla gente.
Così i democratici hanno resistito nelle aree e quartieri ‘bene’ e perso nelle periferie e nelle vecchie roccaforti operaie lasciate allo sbando.
I dati sono chiari e non c’è bisogno di un chiromante per capirle.
Tra l’altro, stando ai sondaggi, nonostante l’evidente incapacità e nonostante si siano trasformati nei tassisti del fascismo al governo i grillini sono ancora abbastanza premiati dai sondaggi che li danno in flessione ma non in crollo mentre il Pd resta abbondantemente sotto al 20%.
Che fare allora? C’è bisogno di una svolta vera e di un progetto che unifichi la sinistra, torni a parlare i giovani e recuperi coloro che avevano creduto alle sirene grilline per poi ritrovarsi Salvini uomo forte del momento con tanto di fascisti e fasciste al seguito.
Ma nel Pd cosa fanno? Si sbranano tra di loro e, perfino, c’è il neo-iscritto Calenda che propone una cena tra ‘vip’, ossia come far calare una leadership e una linea politica dall’alto e non coinvolgere la base dal basso.
Follia pura.
Ma ci sono novità; Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Marco Minniti hanno accettato l’invito a cena? “Sì. Ma la data è stata spostata, e per evitare l’ennesimo tormentone sul Pd rimane riservata. Sono molto contento è un gesto di responsabilità di tutti i partecipanti. Bene così. Ottima notizia”. Parola di Calenda, padrone di casa.
E se per Renzi qualsiasi tentativo di restare a galla e non perdere l’investimento politico ed economico fatto a suo tempo per vincere l’Opa sui resti della sinistra si può capire, meno vale per Gentiloni, al quale Renzi ha dato ingenerosamente le colpe della sconfitta.
Ad ogni modo, fino a quando il Pd ‘padronale’ e vicino a Confindustria cercherà soluzioni attraverso le cene (che verosimilmente non si faranno nelle periferie) allora M5s e Lega avranno la strada spianata per continuare a rovinare l’Italia.
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