Olimpiadi, Appendino accusa: "Il M5s romano ci ha lasciati soli, per noi finisce qua"
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Olimpiadi, Appendino accusa: "Il M5s romano ci ha lasciati soli, per noi finisce qua"

La sindaca di Torino: "senza il pieno sostegno del governo non ci sono le condizioni per organizzare i Giochi. La candidatura a tre con Milano e Cortina è nata come un pasticcio e così è finita"

Chiara Appendino
Chiara Appendino
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19 Settembre 2018 - 07.47


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“Per noi finisce qua. In Piemonte, senza il pieno sostegno e l’impegno economico del governo, non ci sono le condizioni per organizzare i Giochi”. Lo ha detto la sindaca di Torino Chiara Appendino, del M5s, all’indomani dell’annuncio del governo, per voce del sottosegretario leghista alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, di non potere sostenere la candidatura della sua città nel tridente alpino con Milano e Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026. 
“Ne prendiamo atto – ha aggiunto Appendino in un colloquio con la Stampa – ma abbiamo fatto le cose perbene. Il nostro dossier era il migliore”. La sindaca di Torino non nasconde la sua delusione e accusa: “Il ticket Milano-Cortina era pronto già in estate, quando il Coni pensava che mi sarei sfilata”. Quindi ha chiamato in causa i suoi colleghi romani del M5s colti di sorpresa dalla mossa della Lega: “Una cosa avevo chiesto – ha sottolineato Appendino – dovevano stare attenti su questa partita. La candidatura a tre è nata come un pasticcio e così è finita”.
Poi la replica alle critiche del presidente del Coni Giovanni Malagò e del governatore della Lombardia Attilio Fontana secondo cui è stata lei stessa ad essersi sfilata: “Ho difeso – ha detto Appendino – quella che tuttora considero una scelta naturale: Torino con le sue montagne. Il nostro dossier avrebbe garantito ricadute sul territorio, l’ipotesi a tre molte meno. Eppure non ci siamo tirati indietro rispetto alla possibilità di condividere con altri la sfida, io chiedevo pari dignità con le altre città e un chiaro impegno del governo sui finanziamenti e sulla gestione organizzativa dell’evento. Non volevo condurre Torino in un progetto di cui non era chiara l’architettura”.
“Per mesi – ha ricordato la sindaca di Torino – ho combattuto una battaglia in cui credevo. Abbiamo lavorato a lungo a un dossier di candidatura che rispondesse pienamente alle indicazioni e ai requisiti in tema di sostenibilità economica e ambientale richiesti dal Comitato olimpico nazionale e dal Cio, che tenesse conto del know-how acquisito nel tempo nell’organizzazione di grandi eventi sportivi e non solo, che considerasse gli interessi del territorio e del Paese e i cui costi non pesassero sulle nostre comunità”.

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