Intervento eccezionale al Sant'Andrea: primo trapianto di faccia in Italia
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Intervento eccezionale al Sant'Andrea: primo trapianto di faccia in Italia

Una paziente di 49 anni affetta da neurofibromatosi ha avuto la pelle dopo un prelievo da una donatrice di 21 anni

Un intervento chirurgico
Un intervento chirurgico
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22 Settembre 2018 - 16.41


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Speriamo che tutto vada per il meglio: il primo trapianto di faccia effettuato in Italia ha per protagonista una donna, sottoposta all’intervento all’ospedale Sant’Andrea di Roma. Il prelievo dalla donatrice, una 21enne, è stato precedentemente realizzato e l’equipe chirurgica opera sulla ricevente, una paziente di 49 anni affetta da neurofibromatosi di tipo I, malattia genetica neurocutanea caratterizzata da macchie. A rendere nota la notizia, che sa di impresa, il Centro nazionale trapianti.
“E’ in corso dalle prime ore della mattina all’Ospedale Sant’Andrea – si legge in una nota della Regione Lazio – un intervento senza precedenti in Italia e con pochi precedenti al mondo. Al tavolo operatorio dell’azienda ospedaliero-universitaria romana l’équipe chirurgica sta eseguendo un eccezionale intervento di trapianto allogenico facciale che darà un volto nuovo a una paziente sfigurata da una malattia neurodegenerativa congenita”.
”L’operazione di trapianto, realizzata anche grazie alla collaborazione di una équipe specialistica di Zurigo, segue – continua la nota – un primo intervento di prelievo multiorgano effettuato dopo l’accertamento di morte cerebrale di una paziente vittima di un incidente stradale. Il Protocollo è altamente sperimentale – conta pochi precedenti nel mondo – ed è realizzato sotto la guida del Centro Nazionale Trapianti”.
”Una opzione chirurgica ricostruttiva – si precisa – che il Sant’Andrea offre a pazienti che presentano complessi difetti di faccia cui le tecniche chirurgiche tradizionali non sempre garantiscono risultati funzionali ed estetici soddisfacenti. Una procedura ‘life-improving’, volta a migliorare la qualità di vita del paziente e facilitarne il reinserimento sociale, quando neoplasie, attacchi di animale, malattie neurodegenerative, ustione o traumi hanno determinato gravi malformazioni del volto”.

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