Conte prova tutti gli aggettivi: "La manovra è bella". No Presidente: è iniqua

Il premier al vertice di Bruxelles: "ci aspettiamo critiche dall'Ue ma spiegheremo". Gelo tra Salvini e Di Maio dopo le accuse del leader del M5s sulla 'manipolazione' del decreto fiscale

Giuseppe Conte
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18 Ottobre 2018 - 08.22


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Dopo il giallo sul via libera del governo al condono contenuto nel decreto fiscale e lo scontro tra M5s e Lega, arrivano le parole del presidente del consiglio Giuseppe Conte che prova a rassicurare tutti.
Nonostante la tensione nel governo sia altissima con il vicepremier Luigi Di Maio che sul condono ha lanciato pesanti accuse dicendo che “al Quirinale è arrivato un testo manipolato” e annunciando una “denuncia alla procura della Repubblica”. “Nel decreto fiscale – ha detto Di Maio – c’è una parte che non avevamo concordato. Uno scudo per i capitali esteri. Noi non aiutiamo i capitali mafiosi. È stata una manina, non so se tecnica o politica. Noi questo testo non lo votiamo”.
Secca la smentita del Colle che ha precisato: “Il testo del decreto in materia fiscale non è ancora pervenuto”. E gelido il commento della Lega come a sottolineare i rapporti ormai freddissimi tra Salvini e Di Maio: “Noi siamo seri, non sappiamo di decreti truccati”. Uno scontro arrivato al punto che, non solo dopo il caos sul decreto, i due non si sarebbero sentiti ma il leader del M5s avrebbe telefonato al vicepremier alleato senza ricevere risposta. Il tutto a sottolineare il caos che regna nella maggioranza di governo.
Ed è in questo clima che arrivano le parole di Conte impegnato a Bruxelles a difendere la manovra nel vertice Ue. E avvisa la maggioranza che il testo sarà visionato personalmente da lui. “Ci aspettiamo osservazioni critiche da parte della Commissione Ue – ha detto il presidente del consiglio – ma ci siederemo attorno al tavolo e spiegheremo. Più passa il tempo e più mi convinco che la manovra è molto bella”.
“Tra Movimento 5 Stelle e Lega – ha assicurato Conte – non c’è nessuna frattura sul decreto fiscale. Venerdì sarò a Roma e si chiude. Controllerò articolo per articolo il decreto e andrà al Presidente. Abbiamo approvato un testo in Cdm, quello deve essere”.
Conte ieri sera aveva bloccato l’invio del decreto al Quirinale (invio che Di Maio dava a Porta a Porta per cosa già avvenuta) ma, sottolineano fonti di Palazzo Chigi, il capo del governo con il suo intervento “non smentisce” il suo vicepremier confermando che, al Colle, in via informale, una bozza di testo è stata inviata.
La reazione della Lega alle dichiarazioni di Di Maio, raccontano fonti del Carroccio, è un misto tra stupore, irritazione e gelo. “Noi siamo seri”, dicono esponenti leghisti in una nota, a sottolineare che gli alleati non si stanno mostrando altrettanto seri: se Di Maio non è in grado mantenere i patti, problema suo, è il senso del messaggio della Lega.
Alla base del blitz di Di Maio ci sono le pressioni dei parlamentari (e non solo) del M5s su una misura, come la pace fiscale, che si fa davvero fatica a digerire. Tanto che, poco prima che Di Maio parlasse a Porta a Porta, una fonte parlamentare del M5s commentava l’ultima bozza circolata: “così, non esiste proprio”.

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