Grazie di tutto Renzi, ma ora fatti il partito tuo
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Grazie di tutto Renzi, ma ora fatti il partito tuo

Spero di poter dialogare con te in un giorno migliore di questo, quando la sinistra tornerà ad essere il motore del paese, smetterà di litigare e ci porterà nella modernità di cui abbiamo urgente bisogno

Renzi e Beppe Grillo
Renzi e Beppe Grillo
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David Grieco Modifica articolo

3 Novembre 2018 - 19.06


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Tutti quanti a sinistra dobbiamo riconoscere una cosa a Matteo Renzi. Matteo Renzi ci ha impedito di trattare con il Movimento 5 Stelle. Insieme a tanti, anche io ero a favore. Solo a pensarci, ora mi viene la pelle d’oca
Nell’ultimo libro di Bruno Vespa appare ora una ricostruzione un tantino più precisa di questo passaggio politico. Ecco cosa dice Matteo Renzi a Bruno Vespa: “Quando la mattina del 5 marzo mi chiamò Franceschini per dirmi in modo sbrigativo che dovevo andarmene, capii che c’era una parte del PD che fin dalla notte elettorale immaginava che noi dovessimo metterci d’accordo con i 5 Stelle. C’era un’ala della vecchia sinistra democristiana che si proponeva di romanizzare i barbari”.
Il luogo della ricostruzione, il nuovo libro di Bruno Vespa, non è dei migliori. Forse sarebbe stato meglio che Renzi avesse detto con chiarezza ciò che dice ora in un incontro pubblico il 6 marzo nella sede del PD. Ma anche la rivelazione che il “fuoco amico” di cui Matteo Renzi tanto si è lamentato provenisse nientemeno che dalla “vecchia sinistra democristiana” suona alquanto bizzarro dal momento che lo stesso Renzi proviene dalla DC, e con questa dichiarazione Renzi sembrerebbe voler sostenere che la sinistra del PD fosse invece sua alleata…
Ma torniamo al punto. Grazie ancora Renzi. Grazie per non averci fatto cadere nella trappola di Beppe Grillo. Grazie di cuore, come direbbe Toninelli.
Detto questo, quando è che te ne vai? Perdona la domanda ancora una volta così brusca, ma il PD ha bisogno, un bisogno sempre più urgente, di ripartire. E con te, ormai è assodato, non ripartirà mai. I fatti e i misfatti quotidiani del Governo della Demenza non ci hanno finora portato nemmeno un punto percentuale in più nei sondaggi, che anzi sono ancora sotto la soglia del risultato elettorale catastrofico che ha incoronato questi bei tomi alla guida spericolata del paese.
Perché tutti gli italiani, tranne i tuoi supporter, ti vedono ancora e sempre come fumo negli occhi?
Francamente non lo so più, Matteo. Ma sei tu probabilmente che avresti per primo il dovere di capirlo.
Forse perché ti sei proposto con discreta arroganza alla guida del Partito Democratico volendo decidere tutto tu?
Forse perché ti sei proposto come rottamatore di tutto e di tutti proprio come Beppe Grillo?
Forse perché hai sempre parlato per slogan senza mai voler approfondire problemi importanti considerando la discussione una perdita di tempo?
Forse perché hai cominciato a fare politica attraverso Facebook considerandolo più moderno ma introducendo così un metodo ben poco democratico al quale ricorrono 24 ore su 24 quei dementi che sono al potere adesso?
Forse perché non hai mai neppure accennato a un briciolo di autocritica dopo aver perso tanti confronti elettorali?
Forse perché non ti sei mai dimesso dopo quelle sconfitte e quando hai rassegnato le dimissioni non erano poi così effettive e sincere?
Non lo so, ripeto. Non è trascorso molto tempo, ma ne è passata di acqua sotto i ponti. E sono acque limacciose, che più sporche non si può. Tu hai tante colpe, dovresti rendertene conto prima o poi, ma anche chi è veramente di sinistra ha il dovere di essere onesto fino in fondo, e anche noi dobbiamo riconoscere che tu in fondo ci hai provato, che tu volevi, a modo tuo, portarci nella modernità, mentre il Governo della Demenza vuole portarci dritti del Medioevo.
Detto questo, io continuo a chiederti quando sarà che lascerai il PD e se vorrai avere la cortesia di farlo prima che il suo cuore smetta di battere.
Vedi, te ne devi andare perché questa è la regola, non è il capriccio di qualcuno. Tutti I segretari dei partiti di sinistra prima o poi si sono fatti da parte. Tutti avevano all’interno del partito un “fuoco amico” che gli sparava addosso.
Persino Walter Veltroni, segretario fondatore del PD, decise di andarsene in un momento tutt’altro che tragico per il partito, dopo aver preso quasi il 34 per cento (il 34 per cento, ti rendi conto?!) combattendo da solo e a mani nude. Io sono tra coloro che ancora lo rimproverano per essersene andato. Ma Veltroni sentiva di non poter fare la politica che voleva fare e decise di fare un passo indietro. Un passo coraggioso, un passo nobile, un passo che pochi altri avrebbero fatto. E io ancora mi tolgo il cappello di fronte a quella scelta così pulita e così democratica, nonostante non mi sia affatto passata l’incazzatura.
Fai un partito tuo, Matteo. Te lo dico senza malignità. Ti porterai probabilmente dietro qualche milione di voti di gente che continua ad osannarti qualunque cosa tu dica o faccia. Ma quei voti nessuno può toglierteli, perché teoricamente viviamo ancora in democrazia. La grinta poi non ti è mai mancata, e in questi anni di esperienza ne hai fatta parecchia. Sei ancora giovane e capisco che la tua esperienza politica non è conclusa, non può finire così.
Spero anche di incontrarti e di poter dialogare con te in un giorno migliore di questo, quando la sinistra tornerà ad essere il motore del paese, smetterà di litigare e ci porterà in quella modernità di cui abbiamo urgente bisogno per stare al passo con il resto dell’Europa invece di ritrovarci fuori da tutto per fare un favore a Trump, a Putin e a tutti gli avvoltoi che gravitano ora in modo permanente sul nostro disgraziatissimo paese.
Pensaci. E parliamone anche, se sei finalmente pronto a farlo. Tanto le invettive e le speculazioni dei nostri impresentabili avversari non ci impressionano più.

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