Insulti, offese, richieste di dimissioni. Le ultime ventiquattro ore diventano un incubo social per i ‘ribelli’ M5S, vittime di un’ondata inarrestabile di odio e rabbia per aver abbandonato l’Aula al momento del voto di fiducia al dl sicurezza targato Salvini, gesto in netto dissenso con la linea del Movimento di cui fanno parte. Una mossa imperdonabile per gli elettori, che sui social e sulle pagine Facebook dei senatori ‘dissidenti’ scaricano tutta la delusione per quello che ritengono un vero e proprio “tradimento”. Cinque i ‘colpevoli’ per iscritti e simpatizzanti, i senatori Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura. Tre quelli presi particolarmente di mira dai commentatori: De Falco, Nugnes e Fattori i più colpiti e insultati da chi un tempo li aveva sostenuti.
Il leitmotiv è la richiesta di dimissioni, declinata e personalizzata a seconda del senatore cui è diretta. Per De Falco è facile immaginare la quantità di rielaborazioni dell’ormai famigerato “salga a bordo, cazzo” rivolto al comandante Schettino: “Scenda dalla nave, cazzo”, “si dimetta, cazzo”, “se ne vada”, “si tolga dalle palle”, “iscriviti al Pd”, e così via i commenti più gettonati. Al senatore non viene nemmeno risparmiato l’accostamento con l’infamia per eccellenza – “spero ti buttino fuori Giuda…30 denari ti bastano?, chiede Giuliana – o il giudizio su vicende estremamente private e personali, come quella del divorzio con l’ex moglie che diventa ora parametro per un giudizio politico: “Sicuramente sua moglie non la riteneva degno di rappresentare il popolo italiano onesto.. Ora si spiegano tante cose… Si dimetta!!”, intima fra i tanti Gianluca
E se i ‘grillini’ social sono più clementi con i senatori Montero e La Mura -“Hai pensato solo alla carriera personale, sei il classico savonese voltafaccia…provo solo pena” diretto a lui, “complimenti per la sfiducia…..allora si dimetta. O gli interessa lo stipendio”, il commento per la senatrice sotto l’ultimo post – a subire l’ira degli iscritti è invece Elena Fattori. “Prima donna” per Vale, che maledice “il giorno che sei entrata al Senato”, augurandole che “lo stipendio che prendi grazie al fatto che sei stata eletta dal M5S li spendi nei medicinali”. “Traditrice” per tanti, l’opposizione di Fattori al dl Sicurezza le costa anche l’accusa di stare nel Movimento “solo per i soldini” guadagnati in due legislature. E poco importa che – a chi, come Lidia ad esempio, si appella alla fedeltà al contratto di governo come atto di “lealtà nei confronti dell’elettorato” chiedendone l’uscita dall’esecutivo -, la senatrice risponda che “mi dimetterò immediatamente da qualunque ruolo di governo”. Agli iscritti non basta alcuna spiegazione o motivazione: i ‘ribelli’, scrivono parlando di “questi 5 primi sulla lista degli infami”, “devono solo sparire”, “si devono vergognare” e, soprattutto sperare che “il popolo degli onesti” non “li processerà per alto tradimento”.