Salvini minaccia la Ue sulla manovra. L'Austria attacca: pronti alla procedura per deficit
Top

Salvini minaccia la Ue sulla manovra. L'Austria attacca: pronti alla procedura per deficit

Il ministro dell'Economia Tria nella lettera di risposta all'Ue conferma la crescita all'1,5% e il deficit al 2,4, "limite invalicabile". Salvini: "se all'Europa va bene siamo contenti, sennò tiriamo dritto"

Kurz e Salvini
Kurz e Salvini
Preroll

globalist Modifica articolo

14 Novembre 2018 - 08.28


ATF

“Ci sono dei grafomani a Bruxelles che ci scrivono letterine e noi educatamente rispondiamo, ma non ci muoviamo di un millimetro. Chi è in torto è l’Unione Europea che nei trattati dice che devono essere garantite piena occupazione e diritti sociali, ma se non ci fa spendere come li garantiamo?”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini a Pratica di Mare dove ha accolto un gruppo di migranti arrivati per un corridoio umanitario.

“Quando si è nella famiglia dell’eurozona, bisogna rispettare regole che noi stessi ci siamo dati”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea per il mercato digitale, Andrus Ansip, rispondendo a una domanda sulla lettera di risposta sulla manovra italiana. “Fare debito con i soldi dei contribuenti non è un’idea intelligente – ha aggiunto -. In Italia c’è un governo intelligente e spero che saranno in grado di trovare buone soluzioni per l’Unione europea e anche per gli italiani”.

L’Austria all’attacco. Il governo italiano con i messaggi populisti sta “tenendo in ostaggio il suo stesso popolo”. Così il ministro delle finanze austriaco Hartwig Loeger – riferisce Bloomberg – avvertendo che l’Austria insisterà per rafforzare il rispetto della disciplina fiscale pronta a sostenere la procedura di deficit se l’Italia non scende a compromessi rispetto alle richieste della Commissione. Loeger ha manifestato il proprio disaccordo con la posizione del ministro Tria: “contrariamente a quanto sostiene il mio collega non si tratta di un affare italiano interno, ma di un affare europeo”.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha inviato alla Commissione europea, entro i termini richiesti, la versione rivista del Documento Programmatico di Bilancio (DPB) 2019 insieme a una lettera di accompagnamento che ne illustra strategia e contenuti. Il nuovo DPB è stato approvato martedì sera dal Consiglio dei ministri. Inviato anche il Rapporto sui fattori rilevanti sull’andamento del debito pubblico, come richiesto con la lettera del 29 ottobre scorso. 

Leggi anche:  Bruxelles: la polizia fa chiudere la kermesse dell'estrema destra europea

 “Il governo conferma l’impegno a mantenere i saldi di finanza pubblica entro la misura indicata nel documento di programmazione, rispettando le autorizzazioni parlamentari. In particolare, il livello del deficit al 2,4% del Pil per il 2019 sarà considerato un limite invalicabile”. Lo scrive il ministro dell’Economia nella lettera all’Ue che accompagna il Documento programmatico di bilancio aggiornato.
“Per accelerare la riduzione del rapporto debito/pil e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici, il governo ha deciso di innalzare all’1% del Pil per il 2019 l’obiettivo di privatizzazionedel patrimonio pubblico. Gli incassi costituiscono un margine di sicurezza” e consentiranno di raggiungere una discesa del rapporto debito-pil “più marcata e pari a 0,3 punti quest’anno, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021 portando il rapporto dal 131,2%del 2017 al 126,0 del 2021”.
“L’indebitamento netto sarà sottoposto a costante monitoraggio, verificando sia la coerenza del quadro macroeconomico sottostante le ipotesi di finanza pubblica, sia l’aumento delle entrate e delle spese”. Lo assicura Tria nella lettera all’Ue sulla manovra, spiegando che il ministro dell’Economia è tenuto “ad assumere tempestivamente, in caso di deviazione, le conseguenti iniziative correttive nel rispetto dei principi costituzionali”.
“Il governo resta fiducioso sulla possibilità di conseguire gli obiettivi di crescita”. Scrive il ministro Tria nella lettera alla Ue spiegando che “la manovra è stata costruita sulla base del quadro tendenziale, e non tiene conto della crescita programmata. Questa impostazione prudenziale introduce nella legge di Bilancio un cuscinetto di salvaguardia, che previene un deterioramento dei saldi di bilancio anche nel caso in cui gli obiettivi di crescita non siano pienamente conseguiti”.
Per le spese “per contrastare il dissesto idrogeologico e per la manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti, il governo chiede l’applicazione della flessibilità per eventi eccezionali”. Tria spiega che “per il prossimo triennio” le spese eccezionali saranno “pari a circa lo 0,2% del Pil”, circa 3,6 miliardi, a seguito dei danni del maltempo e “per il solo 2019” un miliardo sarà dedicato alla rete viaria dopo il crollo del ponte Morandi a Genova.
“Il governo ha deciso di innalzare all’1% del Pil per il 2019 l’obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico”. Lo precisa Tria nella lettera alla Ue che accompagna il nuovo Dpb. Nella Nota di aggiornamento al Def il governo aveva previsto incassi da privatizzazioni per lo 0,3% del Pil l’anno per il 2019 e 2020. Quindi in precedenza si prevedano circa 10 miliardi in due anni, ora 18 miliardi in in anno solo. Anche per il 2018 la Nadef prevedeva lo 0,3% (5,4 miliardi) da privatizzazioni.
La stima preliminare del terzo trimestre dell’Istat “prefigura un’evoluzione congiunturale piatta nel terzo trimestre. Sebbene questa stima potrebbe essere successivamente rivista, essa indica un modesto rischio al ribasso per la previsione di crescita annuale”. Il governo, si legge nella lettera che lo accompagna, resta “fiducioso” sulle possibilità di raggiungere i target di crescita, confermati all’1,5% nel 2019, 1,6% nel 2020 e 1,4% nel 2021.
Con spinta privatizzazioni debito al 129,2% nel 2019 – La spinta delle privatizzazioni accelera all’1,7% (dallo 0,9%) il calo del debito che nel 2019 scenderà quindi dello 0,8% in più, attestandosi, come si legge nelle tabelle del nuovo Dpb, al 129,2% anziché al 130%. Tenendo conto degli introiti da privatizzazioni dell’1% anziché dello 0,3% e “del loro impatto anche in termini di minori emissioni” e quindi “minori interessi, la discesa del rapporto debito/Pil – si legge nel documento – sarebbe pari a 0,3 punti quest’anno, 1,7 punti nel 2019, 1,9 nel 2020 e 1,4 nel 2021”.

Leggi anche:  Voto di scambio, il M5s: "Quadro sconfortante, ma il governo Meloni smantella gli strumenti di contrasto"

Native

Articoli correlati