Lunghi coltelli Lega-M5s: il voto salva corrotti un segnale di Salvini
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Lunghi coltelli Lega-M5s: il voto salva corrotti un segnale di Salvini

Lega e M5s si accusano a vicenda di aver fatto saltare l'emendamento sul peculato. Esultano le opposizioni: "La maggioranza si sta sfarinando". 36 i franchi tiratori

Di Maio
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21 Novembre 2018 - 09.13


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“E’ un segnale: bisogna capire quanto organizzato e quanto spontaneo. Io tendo ad ascoltare le parole di Salvini che dice che è un incidente. Quello che è successo ieri è molto grave. La norma dell’anticorruzione deve uscire così come l’avevamo concordata con la Lega. Fiducia su Dl anticorruzione? Lo valuteremo ma spero non sia necessario”. Così Stefano Patuanelli, capogruppo M5s al Senato ai microfoni di Radio anch’io.

Ma cosa è successo ieri?

Il governo è stato battuto alla Camera su un emendamento al disegno di legge anticorruzione sul peculato. I voti a favore sono stati 284, i voti contrari 239. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto e la maggioranza va sotto, con le opposizioni, Forza Italia in testa, che esultano in Aula. A M5s e Lega mancano oltre 100 voti, e si parla già di un nutrito gruppo di franchi tiratori: almeno 36, ma secondo il Pd sarebbero molti di più, visto che i dem hanno votato contro l’emendamento dell’ex grillino, ora nel Misto, Catello Vitiello, che affievolisce il reato di peculato, stessa linea tenuta dalla Lega fino a qualche giorno fa e poi stoppata dagli alleati pentastellati. L’Aula della Camera riprenderà l’esame del disegno di legge domani alle 11.

Al di là dei numeri, è scontro aperto nella maggioranza giallo-verde, dove gli uni accusano gli altri di essere gli artefici dell’incidente. E in serata, dopo il Cdm, vertice a tre con il premier Giuseppe Conte, e i due vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il voto segreto mette al riparo dell’anonimato i ‘franchi tiratori’, ma la Lega punta subito il dito contro i pentastellati vicini a Fico: “sono stati loro a dare un segnale”, afferma Igor Iezzi, fedelissimo del leader. E tema del contendere, per i leghisti, è il decreto Sicurezza, dove i ‘dissidenti’ 5 stelle potrebbero mettersi di traverso. Ma i pentastellati non ci stanno e rispediscono al mittente l’accusa: “È la Lega che ha votato con le opposizioni”, scrive su Facebook Andrea Colletti.

Salvini mette subito in chiaro: “Il voto è assolutamente sbagliato”, e sembra voler richiamare all’ordine i suoi: “La posizione della Lega la stabilisce il segretario”. Detto questo, assicura: “Il ddl anticorruzione arriverà alla fine come concordato dalla maggioranza”. Ma il capogruppo 5 stelle, Francesco D’Uva, tuona: “Quello che è accaduto è un fatto gravissimo, così non si va avanti”.

In serata, fonti pentastellate, tentano di sminare il terreno e depotenziare quanto accaduto: “Sicuramente non possiamo accettare quello che è successo”, ma “correggeremo il testo, in un modo o nell’altro lo faremo”. Ma già domani potrebbero verificarsi nuovi incidenti: i 5 stelle, infatti, hanno i riflettori puntati su un altro emendamento, che va ad incidere sulla legge Severino, e che potrebbe essere votato a scrutinio segreto: “C’è un altro punto sul quale la maggioranza – avvertono fonti dell’opposizione – rischia di andare sotto, vedremo domani…”.

“Nessun portavoce del Movimento 5 Stelle ha votato a favore di questo emendamento”, dichiara in tarda serata il capogruppo M5S alla Camera, Francesco D’Uva, “e chiariamo subito una cosa: ora va trovata una soluzione perché il ddl anticorruzione va approvato col testo uscito dalla commissione oppure possiamo anche andare tutti a casa”.

 l voto alla Camera avrebbe colto di sorpresa Matteo Salvini. La notizia è arrivata mentre Salvini si trovava a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte e il collega pentastellato Luigi Di Maio per la riunione del consiglio dei ministri. Infuriato coi suoi, Salvini ha subito fatto uscire una nota in cui parlava di “voto sbagliato”. E ha chiarito Di Maio e con Conte, garantendo la “lealtà” della Lega sul provvedimento, archiviando l’episodio a “incidente di percorso” provocato da “quattro stupidi”. Salvini ha poi ascoltato il resoconto del suo capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, convocato a Palazzo Chigi. Ed è poi sceso in piazza Colonna, insieme allo stesso Molinari e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, per garantire davanti alle telecamere, che il ddl sarà approvato al piu’ presto. 

Insomma, le opposizioni affilano le armi, dopo l’esultanza in Aula. “La maggioranza si sfalda”, osserva Emanuele Fiano del Pd. E Matteo Renzi scrive: la maggioranza si rompe: così si salvano dalle condanne per peculato alcuni leghisti. Altro che onestà. Questi bisticciano tutti i giorni. E intanto il Paese scivola verso la recessione”. Per Forza Italia “è stato battuto il giustizialismo”, festeggiano le due capigruppo Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini.

Il regista dell’operazione è stato Enrico Costa di FI. Ma tra gli azzurri c’è chi riferisce che l’operazione della Lega è stata quella di invitare esponenti del gruppo Misto – in questo caso l’emendamento era firmato da Vitiello – e dell’opposizione a presentare proposte di modifiche al testo. E ora Pd, FI e Fdi vanno all’attacco. “La maggioranza si sta sfarinando”, dicono gli azzurri. “Una maggioranza divisa e pasticciona boccia il provvedimento bandiera del Movimento 5 stelle. Il governo sfiduciato dai suoi deputati risulta sempre piu’ debole e confuso”, dice il capogruppo del Pd Delrio. “Il governo imploderà prima del previsto”, affermano da Fratelli d’Italia. “Non ci stiamo che i problemi della maggioranza si scaricano sul Paese”, afferma Fornero di Leu. 

Sono 107 i voti che sono venuti a mancare alla maggioranza M5s e Lega sullo scrutinio segreto in cui il governo è stato battuto. Ma, soprattutto, sono 36 i franchi tiratori. La maggioranza giallo-verde, infatti, può contare su 346 voti, ma i contrari all’emendamento sono stati 239, quindi appunto 107 voti mancanti. Tuttavia, a questi voti mancanti vanno sottratti i deputati in missione e quindi assenti ‘giustificati’. Guardando i tabulati della votazione, sono 91 i leghisti che hanno partecipato al voto, mentre sono 184 i pentastellati che hanno votato: per un totale di 275 voti. Il che vuol dire che sono 36 i franchi tiratori. Se si sottrae ai 275 della maggioranza che hanno partecipato al voto i voti contrari che si sono fermati a 239, appunto, si ottengono 36 franchi tiratori. Per la Lega in missione ne risultano 25, per i 5 stelle 27. Sono infine 45 i voti di scarto tra opposizioni e maggioranza nella votazione ‘incriminata’, che hanno fatto sì che il governo venisse battuto.

Fonti del Pd riferiscono che l’indicazione di voto data dal gruppo sull’emendamento che ha mandato sotto il governo era di esprimersi contro, e non a favore. Quindi, nel conteggio dei voti contrari all’emendamento vanno calcolati anche i 93 dei dem. Secondo questo calcolo, quindi, per il Pd i franchi tiratori della maggioranza salirebbero almeno a 100. 

 

 

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