L’ipotesi di scissione di Matteo Renzi dal Pd è ormai così concreta – voci parlano di un’uscita dal partito a febbraio – che Marco Minniti sembra sempre più orientato a lasciar perdere la candidatura alla segreteria del Pd. L’ex ministro dell’Interno lo confermerà o smentirà in un’intervista rilasciata a Repubblica in uscita domani, ma dai suoi collaboratori più stretti le notizie lasciano ormai presagire il peggio.
Da una parte abbiamo Renzi che è volato a Bruxelles e un europarlamentare del Pd è certo che l’ex premier stia stringendo accordi per la creazione di un partito anti-sovranista. Dall’altro lato, Minniti non può accettare che Renzi non abbia confermato ma neanche smentito nettamente le voci su una sua uscita dal Pd, che lascerebbe il partito in una situazione difficile anche in vista del Congresso, con l’intera area renziana che sarà posta di fronte alla scelta se seguire il suo capo o rimanere fedeli al nuovo segretario. Un rischio che Minniti, a quanto sembrerebbe, non è disposto a correre.
Raccontano che Minniti abbia chiesto anche un documento dell’area Renzi per chiarire che non ci sarà nessuna scissione, ma l’ex ministro dell’Interno ha ottenuto solo le rassicurazioni di Luca Lotti, Lorenzo Guerini e Ettore Rosato, incontrati questo pomeriggio. “Noi ci siamo – gli è stato detto durante la riunione – siamo pronti a raccogliere le firme per la tua candidatura. Siamo con te”. Il documento, però, non è stato accettato. E, in generale, riassume uno dei renziani “noi possiamo dare la nostra parola a Minniti, noi ci fidiamo di lui. Lui si deve fidare di noi”. Ma sulle intenzioni di Renzi nessuno garantisce: “Non possiamo garantire per Renzi, se la deve chiarire con lui”.
Per i renziani si pone la questione di come affrontare il Congresso: l’orientamento sarebbe quello di avere un candidato alle primarie e in pole c’è il nome di Lorenzo Guerini. In alternativa, potrebbe essere della partita Ettore Rosato. In forte calo, invece, le quotazioni di Teresa Bellanova.
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