Dopo le pensioni e quota 100 anche il reddito di cittadinanza, misura simbolo del M5S, perde due miliardi. Sono gli effetti della trattativa con Bruxelles sulla manovra italiana. Fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che nel 2019 costerà 6,1 miliardi, rispetto ai 9 milairdi iniziali, e sarà suddivisa su 9 mesi anziché 12. A questi andrà poi aggiunto un miliardo per i centri per l’impiego che porterà il totale a 7,1 miliardi.
Il reddito di cittadinanza dovrebbe quindi partire a fine marzo 2019 e dovrà essere finanziato solo per nove mesi. Negli anni 2020 e 2021 non sarà più necessario 1 miliardo all’anno per i centri per l’impiego, ma soltanto 300 milioni per pagare gli stipendi ai nuovi assunti e si calcola che la misura costerà quindi circa 8,1 miliardi.
Anche per l’altra misura simbolo della manovra, quota 100 fortemente voluta dalla Lega, Palazzo Chigi ha già rivisto il costo che è sceso da 6,7 miliardi a 4,7 miliardi. Anche qui con un taglio di due miliardi. In particolare si stima una percentuale di richieste di ritiro con “quota 100” non superiore all’85%, con il risultato di una spesa che non supererà i 4,7 miliardi il primo anno, che saliranno a 8 nel 2020 e 7 miliardi nel 2021. La misura sarà infatti in vigore per tre anni.
Due miliardi in meno per il reddito di cittadinanza e per le pensioni
Il governo rivede le stime sui due provvedimenti simbolo di M5S e Lega: nel 2019 costeranno rispettivamente 7,1 miliardi e 4,7 miliardi
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17 Dicembre 2018 - 10.27
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