Matteo Salvini ha ricordato con il verso sbagliato Fabrizio De Andrè nell’anniversario della sua scomparsa, 11 gennaio, giorno in cui il cantautore genovese morì 20 anni fa. Il verso è quello de Il pescatore, brano appartenente al Volume III, album del 1968. “All’ombra dell’ultimo sole/S’era assopito un pescatore. Ciao Fabrizio, grazie poeta!”, ha scritto il ministro su Twitter. Un ricordo che, tuttavia, si è trasformato in un boomerang visto che molti utenti hanno replicato citando i versi successivi de Il pescatore e quelli di altre canzoni di De André.
“Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno/Non si guardò neppure intorno/Ma versò il vino spezzò il pane/Per chi diceva ho sete ho fame”, replica un altro utente, a sottolineare il senso di quell’incontro tra un assassino e il pescatore, raccontato nel brano. “Tra l’altro l’assassino arriva a una spiaggia”, aggiunge un altro
Il “poeta degli ultimi”, come è stato definito De André, ha dedicato la sua poetica alle minoranze: dai rom ai migranti, fino ad arrivare alle prostitute, ai tossicodipendenti. Ed è per questo che ogni volta che Salvini cita o ricorda Faber, molti gli fanno notare la diversità di vedute tra lui e il poeta su molti temi.
“Fabrizio appartiene a tutti, ma sarebbe meglio ascoltarlo”, aveva consigliato la compagna Dori Gezzi in un’intervista HuffPost. Un consiglio che gli è stato rinnovato dagli utenti anche nel giorno del 20esimo anniversario dalla morte di De André.
“All’ombra dell’ultimo sole si era assopito un pescatore…”
Ciao Fabrizio, grazie poeta! #Faber #FabrizioDeAndré pic.twitter.com/27E43A5E4M— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 11 gennaio 2019