Il medico di Lampedusa: "per gestire il fenomeno migratorio c'è bisogno di cinque azioni"
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Il medico di Lampedusa: "per gestire il fenomeno migratorio c'è bisogno di cinque azioni"

Proposta di Pietro Bartolo e Francesco Aureli: aprire canali legali e anche prevenire l'emigrazione

Migranti assistiti dalla Caritas
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17 Gennaio 2019 - 09.33


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L’ondata reazionaria avanza, ma la società civile e il volontariato replicano: ”Il cosiddetto Decreto sicurezza e immigrazione rischia di avere ripercussioni negative sull’accesso ai servizi e sull’inserimento delle persone nel tessuto sociale, peggiorando, in tal modo, la situazione”.
E’ quanto scrivono Pietro Bartolo, responsabile del presidio sanitario di Lampedusa, il medico premiato per Fuocammare, e Francesco Aureli, direttore del Centro per le Migrazioni dell’Ortygia Business School, in un intervento pubblicato da Avvenire in cui propongono “cinque possibili azioni che, se intraprese parallelamente, porterebbero nel medio-lungo periodo a una migliore gestione del fenomeno migratorio accompagnata”.

Le cinque azioni sono, “la riapertura di canali legali per i cosiddetti migranti economici e organizzazione di stabili corridoi umanitari per i profughi, adozione cioè di strumenti che possano valorizzare i benefici economici dell’immigrazione per il nostro Paese”; quindi, “l’incentivazione di percorsi di formazione al lavoro sia nei Paesi d’origine sia in quelli che accolgono, al fine di valorizzare l’arricchimento a livello di risorse umane e professionali che chi arriva nei nostri Paesi può offrire”.
E ancora, “misure efficaci per la crescita demografica. Partendo dalla constatazione che il fenomeno migratorio contribuisce a combattere il decremento demografico da cui il nostro Paese è colpito, è necessario assicurare alle famiglie italiane incentivi economici e fiscali che contribuiscano a garantire una maggiore stabilità e la crescita delle nascite”.

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Il quarto punto proposto è la “prevenzione dell’emigrazione” e il quinto, la “nomina di un commissario o di un sottosegretario, che sieda a Palazzo Chigi e che interagisca e si coordini con un tavolo costituito dai ministri delle Politiche Sociali, dell’Interno, del Lavoro e Sviluppo Economico, degli Esteri, del Tesoro, della Salute e della Famiglia, in coordinamento e collaborazione con la Conferenza Stato-Regioni e l’Anci”.

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