Venticinque anni sono passati da quel ‘ho deciso di scendere in campo’ pronunciato da un Silvio Berlusconi agli albori della sua carriera politica. Abbarbicato a quelle poltrone ci sarebbe rimasto per circa 20 anni, stravolgendo per sempre il volto di questo paese e modificandolo nelle sue radici e identità più profonde.
Oggi, l’idea di un Berlusconi di nuovo al governo appare quanto mai ridicola. Eppure, il Silvio nazionale scende in campo di nuovo, per le elezioni Europee. E lo fa come lo sa fare: camera frontale, scrivania, foto dei figli dietro nella bella libreria in legno scuro. Completo impeccabile, parlate sicura, certo un po’ rallentata dall’età che comunque si fa sentire. Venticinque anni, e si vedono tutti in quel volto tirato che fino a pochi anni fa eravamo abituati a vedere ovunque.
E se allora il pericolo erano i comunisti, oggi il nemico sono i cinque stelle: “una forza politica moderna nell’uso dei nuovi strumenti di comunicazione, ma vecchissima nei contenuti e nelle proposte. Nei loro programmi e nei loro discorsi c’è il peggio del Novecento”.
“Sono contro l’economia di mercato, contro le nfrastrutture, contro la democrazia parlamentare, contro lo Stato di diritto, contro le nostre garanzie di giustizia e libertà – prosegue Berlusconi – e hanno addirittura trasformato, da feroci giustizialisti quali sono, la presunzione di innocenza garantita dalla Costituzione in presunzione di colpevolezza”.
E l’appello del 1994, sostiene, è “drammaticamente attuale anche oggi. Dissi allora: chiedo di scendere in campo anche a voi, ora, subito, prima che sia troppo tardi. Per una società libera dove non ci sia la paura, dove al posto dell’invidia sociale e dell’odio di classe stiano la generosità, la solidarietà, l’amore per il lavoro e il rispetto della vita. Questo il mio sogno di allora, il mio progetto, quello a cui ho lavorato per 25 anni, ma è ancora il futuro che voglio per il nostro Paese”.
Berlusconi sottolinea quindi che “con qualche anno in più, con più esperienza, con più relazioni internazionali, ma con la stessa determinazione e lo stesso entusiasmo, torno in campo perché il mio senso di responsabilità me lo impone, il Paese che amo lo merita, gli italiani lo meritano, i nostri figli lo meritano. La prospettiva di una Europa diversa e migliore in cui l’Italia svolga un ruolo da protagonista è una scommessa che non possiamo perdere e alla quale, con l’autorevolezza di cui ancora godo nel Ppe e in Europa, sono pronto a dedicarmi con tutto il mio impegno. E’ un imperativo che mi viene dal profondo del cuore. Per questo vi dico ancora, dopo 25 anni dalla prima volta: Forza Italia, forza Europa, viva l’Italia”.
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