Un giorno nero, nerissimo. Non solo per l’arresto del capogruppo al Campidoglio M5s De Vito per la storia dello Stadio della Roma e altri favori a Parnasi.
Perché dopo il coinvolgimento dell’avvocato Lanzalone, il potentissimo ‘spicciafaccende’ grillino ricompensato da Virginia Raggi e amici, con la presidente dell’area, con tanto di super stipendio pagato dai contribuenti, si era capito che i grillini non erano innocenti.
Poi, certo, oggi c’è stata la conferma che dentro a M5s ci sono pochi che decidono e tanti soldatini che eseguono e ratificano.
De Vito decideva. E dall’inchiesta si è capito che aveva il potere di fare e disfare. Alla faccia non solo dell’onestà ma delle promesse ambientaliste, visto che M5s aveva promesso di rappresentare un argine rispetto ai ‘palazzina’. E si è visto.
Ma l’arresto di De Vito è avvenuto nello stesso giorno in cui i grillini guidati da Giggino Di Maio e Toninelli hanno voltato le spalle alla legalità consentendo che un ministro accusato di sequestro di persona aggravato dall’abuso di potere fosse salvato dal processo.
Impunità, la stessa che contestavano quando recitavano il ruolo delle innocenti verginelle.
Ed ancora impunità per aver infierito contro i più deboli approfittando di avere il coltello dalla parte del manico.
Loro, sedicenti rappresentanti del ‘popolo’, peggio delle peggiori élites, che stanno portando l’Italia nel baratro economico e verso uno stato di polizia in piena deriva autoritaria.
Doppia vergogna? No: tripla. Mentre arrestavano De Vito e salvavano Salvini, il comitato per l’ordine e la sicurezza (ossia il Viminale a guida leghista) ha autorizzato il corteo di Forza Nuova a prato nel centenario del Fasci di combattimento.
Un affronto alla Costituzione.
Chissà se gli elettori ‘di sinistra’ che si sono fatti incantare da questa miseria politica cominceranno a protestare e scendere in piazza contro chi sta trascinando il paese in un nuovo autoritarismo. (E. Con)
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