Arriva la terribile proposta leghista per facilitare l'acquisto di armi. Ma Salvini si dissocia

La proposta di legge è stata depositata alla Camera dalla leghista Vanessa Cattoi. Anche in Italia il Far West è sempre più vicino. Preoccupa il paragone con l'America violenta e priva di controlli in fatto di armi

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29 Marzo 2019 - 09.14


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Dopo le polemiche per la proposta di legge presentata da 70 deputati leghisti per facilitare la vendita di armi a scopo di difesa, interviene il leader della Lega, Matteo Salvini, che prende le distanze. “Per quello che mi riguarda – ha spiegato il vicepremier – la legittima difesa garantisce più diritti e più tutela alle vittime. Non voglio in giro nemmeno mezza pistola in più”. E ha rassicurato Di Maio: “La proposta non arriverà mai in Parlamento”.
Il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico era subito intervenuto per bocciare la proposta di legge targata Lega. “Mettiamo un attimo i puntini sulle i, io un Paese con la libera circolazione delle armi non lo voglio. Non lo vuole il MoVimento 5 Stelle e sono sicuro non lo vogliano nemmeno gli italiani. Nessuno del M5s voterà mai una proposta del genere”, ha evidenziato.
Dello stesso avviso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, da Assisi dove si trova per la visita del re di Giordania, ha affermato: “Non è obiettivo del governo incentivare la vendita della armi. Se ci saranno iniziative saranno parlamentari, non governative”.
Si prevede una reazione dell’Italia non violenta, pronta a scendere in piazza come accadde qualche anno fa proprio negli Stati Uniti contro le armi. 
“Rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale, aumentando da 7,5 a 15 joule il discrimine tra le armi comuni da sparo e quelle per le quali non è necessario il porto d’armi”.
È questo l’obiettivo, dichiarato in maniera esplicita nella relazione che accompagna il provvedimento, di una proposta di legge presentata alla Camera dalla deputata della Lega Vanessa Cattoi.
“Procurarsi un’arma da fuoco, nel nostro Paese – sostiene la deputata del Carroccio – non è un’operazione molto semplice, almeno per chi vuole farlo nel rispetto delle norme vigenti” perché “le licenze concesse per la detenzione di armi in casa sono poco più di 5 milioni, il che significa che un italiano su dieci è in condizioni di utilizzare un’arma, anche se il numero delle licenze che consentono a coloro che le acquistano di portarle con sé è largamente inferiore. Non solo, ma in Italia esistono norme molto restrittive anche sull’acquisto di cartucce e di munizioni”.

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“Ai sensi della normativa vigente, sono considerate armi comuni da sparo, oltre ai fucili, alle rivoltelle e alle pistole a funzionamento semiautomatico, anche – spiega la Cattoi – le armi denominate ‘da bersaglio da sala’, quelle ad emissione di gas, nonché quelle ad aria compressa o gas compressi, i cui proiettili eroghino un’energia cinetica superiore a 7,5 joule. Per acquistare un’arma dotata di potenza inferiore le procedure sono molto semplificate, in quanto è sufficiente aver compiuto la maggiore età ed esibire un documento d’identità in corso di validità”.

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