Matteo Salvini si scaglia contro i militari: "Fatemi i nomi di chi mi attacca"
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Matteo Salvini si scaglia contro i militari: "Fatemi i nomi di chi mi attacca"

A Radio1 ribadisce: "Rischio terroristi sui barconi, non si sbarca. Posso stare simpatico o antipatico, ma gli italiani mi pagano per difendere l’interesse nazionale"

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17 Aprile 2019 - 07.04


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Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, intervenendo ai microfoni di Radio anch’io, su Radio1, respinge con forza le critiche di colleghi ministri, Elisabetta Trenta in testa, e l’ira dei vertici militari contro la circolare del Viminale su porti, navi delle ong e migranti.

“Il Ministero dell’Interno è l’autorità massima nazionale di pubblica sicurezza e deve autorizzare lo sbarco nei porti. Se non lo assegna, il porto non c’è – afferma Salvini – Posso stare simpatico o antipatico, gli italiani mi pagano per difendere l’interesse nazionale e se per l’interesse nazionale e per difendere la sicurezza, ritengo che non ci sia nessun porto per far sbarcare barchini e barconi, non do il via libera”.

Al ministro della Difesa Trenta che lo accusa di “vaneggiare”, Salvini preferisce non rispondere – “non ho tempo per rispondere alle polemiche, ho tempo per lavorare” – mentre sui generali in ‘rivolta’ il vice premier leghista lascia intendere che siano solo indiscrezioni di stampa. “Mi fa i nomi e cognomi di questi generali?” dice Salvini all’intervistatore. “Si dice, si narra, pare. Per questo ho smesso di leggere i giornali, tranne la Gazzetta dello Sport. Se poi mi chiede se qualche processo, qualche minaccia, qualche attacco mi possa far cambiare idea, le rispondo: No, zero, non cambio idea”.

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Salvini sottolinea che in Libia “stiamo lavorando per la pace, per il dialogo, per il cessate il fuoco, le armi non risolvono i problemi. Sono fiducioso che la ragione torni a prevalere…”, perché “la guerra non è mai una soluzione, al di là della questione dei barconi, che siamo pronti a gestire in ogni momento”. L’Italia, spiega ancora, “è pronta ad accogliere i feriti, già lo stiamo facendo”.

Non c’è invece spazio per nuovi sbarchi. Salvini snocciola i numeri – “abbiamo ridotto del 92% degli arrivi via mare, dimezzato il numero di morti e dispersi – e ricorda che “ci sono centinaia di terroristi islamici nelle carceri libiche, rientrati in Tunisia, in Nord Africa e quindi il rischio di infiltrazioni terroristiche a bordo di barchini e barconi è una certezza. Per questo devo ribadire che in Italia non si sbarca, mi dispiace se qualcuno presuppone il contrario”. Al giornalista che gli chiede cosa farà l’Italia se in Libia scoppierà una guerra, Salvini replica che “stiamo lavorando perché guerra non ci sia”. E alla nuova richiesta di rispondere sull’eventualità di un conflitto, dice: “Se avessi le rotelle sarei un carrello del supermercato. Ragiono con quello che c’è oggi, a oggi non si arriva”.

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