Mattarella: "il vento del sovranismo non vincerà in Europa, ho fiducia nei giovani e nel futuro"

Il Presidente della Repubblica in un'intervista a Politique Internationale: "i giovani europei sono italiani, francesi, tedeschi e inglesi, viaggiano in completa libertà e non vi rinunceranno"

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella
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19 Aprile 2019 - 10.43


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Mattarella non ha fiducia in quello che, in un’intervista a Politique Internationale, chiama ‘il vento del cambiamento’: sì, ammette il Presidente della Repubblica, vi è un gran numero di paesi che si trovano in situazioni senza precedenti. “Ma”, sostiene Mattarella, “non credo che questi cambiamenti possano avere conseguenze sul funzionamento del Parlamento, della Commissione e del Consiglio europeo, e meno ancora minacciare l’esistenza dell’Unione. La logica storica che sottende all’integrazione è più forte di tutte le polemiche, di tutte le contestazioni e di tutte le deviazioni. Tanto più che stiamo assistendo all’emergere di una nuova generazione di giovani europei che sono al tempo stesso francesi ed europei, italiani ed europei, tedeschi ed europei, i quali viaggiano per tutta l’Europa in piena libertà, una libertà a cui non vogliono rinunciare. Ecco perché ho fiducia nel futuro, nonostante le difficoltà, che non vanno ignorate, ma neanche esagerate”. 
Per Mattarella il vero veleno d’Europa è l’antisemitismo che “agisce con un virus estremamente pericoloso, n grado di infiltrarsi nel tessuto sociale delle democrazie. Un virus che malauguratamente, nonostante gli sforzi delle società europee, non è mai stato completamente debellato. La lotta contro l’oblio e la valorizzazione della memoria sono gli unici anticorpi in grado di sconfiggere le terribile malattia di antisemitismo”. 
Sui migranti il Presidente ha un approccio logistico: “il problema esiste, non possiamo ignorarlo. Ma deve essere affrontato di petto adottando una politica europea in comune. Si tratta di una questione che chiama in causa la coscienza europea. Che la solidarietà sia mancata è un fatto di cui non si può che prendere atto. La maggior parte dei governi ha reagito in funzione di preoccupazioni elettorali interne, e ciò ha impedito loro di dare una risposta comune a questo fenomeno senza precedenti. Naturalmente, non è stato così in tutti i paesi. La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha dato prova di un notevole coraggio, anche sul piano elettorale. Altri si sono rifiutati di fare checchessia”.
“In ogni caso” prosegue, “questo episodio ha mostrato la necessità di una risposta collettiva alla tratta di esseri umani. Tale risposta deve poggiare sull’apertura di vie regolari di accesso all’Europa e richiede un impegno molto saldo e immediato al fine di garantire lo sviluppo dei paesi da cui provengono i flussi migratori. Ciò che stiamo facendo è ancora insufficiente, e ciò che abbiamo fatto per l’Africa è del tutto inadeguato. Da qui a trent’anni, gli africani saranno 2 miliardi e mezzo, a fronte di 700 milioni di europei”.

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