La Cgil sfida Salvini: sciolga CasaPound
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La Cgil sfida Salvini: sciolga CasaPound

Il segretario della Puglia chiede un intervento del Viminale dopo le azioni della magistratura contro le aggressioni fatte dai fascisti

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8 Maggio 2019 - 17.58


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Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, ha commentato la decisione della Corte di Cassazione che ha riconosciuto le azioni di Casapound a Bari contro un gruppo di manifestanti contro Salvini come apologia del fascismo, sostenendo che “ci sono gli elementi che ai sensi delle leggi Scelba e Mancino e alla luce dei troppi numerosi fatti di cronaca che vedono coinvolti militanti di un aggregato che si richiama apertamente al fascismo, dovrebbe spingere il Ministero dell’Interno a sciogliere tale organizzazione”.
“Siamo di fronte a un riemergere sfrontato e sfacciato di neofascismo che evidentemente oggi si sente al sicuro per via di un clima politico e sociale avvelenato”, sottolinea Gesmundo.
“Quando a manifestanti della stessa organizzazione, a Roma, si permette di impedire la regolare assegnazione di un alloggio popolare, di minacciare gli assegnatari perché di etnia rom, di aizzare la gente invocando stupri e roghi, siamo di fronte a un livello di allarme democratico che deve spingere chi ha competenze di merito a intervenire. Non è più questione di antifascismo valoriale, siamo di fronte a un allarme che arriva direttamente dalla magistratura”.
“A Bari vi fu un aggressione a inermi manifestanti – ricorda Gesmundo – con oggetti contundenti e con la presenza di militanti anche provincia da altre province. Questo è il loro modo di procedere, questi i fatti, che si sommano purtroppo a numerosi casi di cronache di squadrismo. Questo è il paese dove l’amministratore della casa editrice di questa organizzazione può dichiararsi ai microfoni di una radio neofascista, inneggiare al duce, avere spazi al Salone del Libro e nello stesso giorno che si aprirà la più importante kermesse editoriale italiana essere chiamato in un’aula di tribunale a Milano a rispondere di una aggressione sempre per motivi politici”. ”Ci appelliamo a tutte le forze democratiche del Paese, al Presidente della Repubblica in qualità di garante della Costituzione. A partire dai fatti e dai provvedimenti di Bari – conclude il segretario regionale della Cgil – si dia un segnale forte e chiaro contro chi alimenta razzismo e xenofobia, contro chi inneggia al fascismo, contro chi immagina il confronto politico con cinghiate e bastonate. Tutto questo deve cessare”.

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