Lui – anche se criticassimo – al Viminale c’è stato: ”La campagna elettorale permanente in cui questo governo ha gettato il Paese rischia di produrre pericolose tensioni nel sistema democratico. Il ministero dell’Interno è terzo per antonomasia, deve garantire i diritti di tutti, anche di chi non l’ha votato o non la pensa come lui. Il suo compito non è fare comizi, ma assicurare che altri possano farli”.
Parole dell’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti.
Al Viminale “sulla scrivania avevo un telefono digitale, mi bastava un clic sul monitor per telefonare ai capi dipartimento, al capo della polizia, ai vertici dei servizi segreti. Li chiamavo in ogni momento, più volte”, racconta Minniti.
“Ero un molestatore seriale. Ma un ministro dell’Interno deve fare cosi’, altrimenti non riesce a realizzare scelte strategiche per la sicurezza pubblica. Non serve a niente farsi raccontare al telefono ciò che succede in Italia, se poi ti disinteressi e non sai incidere”.
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