Renzi spinge per portare il Pd al centro e i suoi stuzzicano Zingaretti

L'ex segretario del Pd: "se il M5s oggi perde voti è merito nostro, non dico che ci devono ringraziare ma non provino più ad allearsi con loro"

Renzi e Zingaretti
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28 Maggio 2019 - 19.49


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Per il momento Zingaretti non si pronuncia, ma nella migliore delle tradizioni della sinistra italiana lo spoglio dei voti non era ancora concluso che già in casa Pd ci si dava allegramente addosso. Stavolta forse con più garbo, ma comunque il primo a parlare è stato – nessuna sorpresa – l’onnipresente Renzi, che chiosa: “Abbiamo perso 120.000 voti assoluti rispetto alle Politiche del 2018 ma abbiamo recuperato quattro punti percentuali. Ma questo era abbastanza normale, visto che hanno votato Pd i D’Alema, Bersani o chi aveva votato per altri partiti come Prodi. È stato un buon pareggio”.

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Continua l’ex rottamatore: “Oggi la tattica del pop-corn dona una nuova chance al Pd e mostra l’insufficienza del M5s. Se oggi vedono sgonfiare il palloncino, lo si deve ai tanti, mi ci metto anche io, che hanno lottato per non fare l’accordo con loro. Non ci devono dire grazie, basta che non ci riprovino più”.
Dal Nazareno non arriva nessuna replica diretta. Viene solo fatta notare un’analisi di Youtrend secondo la quale, rispetto al 2018, il Pd avrebbe “guadagnato circa 150mila preferenze”. Punto. E Zingaretti? “Lavora e stiamo per ripartire per la campagna dei ballottaggi”, dicono i suoi. Giovedì ci sarà una Direzione ad hoc per fare il punto su europee e amministrative.
Intanto Carlo Calenda, dato come possibile leader di una forza centrista alleata del Pd, via twitter dice di non essere intenzionato a costruire un partito libdem, nonostante il pressing di tanti follower. “Io Zingaretti, Gentiloni, Renzi abbiamo lavorato insieme in questa campagna per il Pd e SiamoEuropei pur con le nostre diversità. Non romperò questa squadra. Al contrario cercherò di rafforzarla. Uniti. Sempre”.
E a chi gli chiede di fare un partito con liberale con Renzi, Calenda ribadisce: “No. Dobbiamo trovare un terreno comune. Su programmi e valori. Dobbiamo organizzare un incontro con tutti i movimenti di opposizione e provare a ripartire”. Ad oggi, questa la posizione. Ma come si fa notare in ambienti parlamentari renziani, “al momento sono tutte chiacchiere. Intanto bisogna capire che ne sarà del governo. E solo quando si arriverà al voto, ci saranno le decisioni vere”.
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