In un Paese civile un ministro non fa processi sommari su Facebook
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In un Paese civile un ministro non fa processi sommari su Facebook

Non si tratta di Carola ma di un attacco ala stessa essenza della democrazia. Il perché nel commento di Globalist

Salvini
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3 Luglio 2019 - 09.05


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Ormai molti pensano di aver visto tutto e non si scandalizzano più. Molti altri hanno una vaga idea della democrazia e di cosa distingua un Paese civile da una Repubblica delle banane autoritaria e non ne percepiscono la gravità. Ma lo sconsiderato attacco di Salvini alla Gip che non ha convalidato l’arresto di Carola Rackete è ai limite dell’eversione.
Chiaro sintomo della voglia di un’estremista di destra di trasformare l’Italia in uno stato di Polizia nel quale la magistratura non è più un potere indipendente ma solo il braccio armato del potere.
In un Paese civile e democratico le decisioni dei magistrati si impugnano in appello o in Cassazione. E soprattutto un Ministro non si dovrebbe mai permettere di fare processi sommari su Facebook, a maggior ragione se si tratta di un ministro che fa il garantista quando ha molti parlamentari e dirigenti del suo partito non solo indagati, ma anche condannati in primo o secondo grado.
E’ inconcepibile l’idea stessa di un esponente del governo che pretenda decisioni su misura da parte della magistratura perché così ripetiamo è la natura stessa della democrazia ad essere messa a rischio. Lo abbiamo visto in Turchia con Erdogan che ha fatto un repulisti di magistrati, professori, militari, poliziotti e chiunque non fosse giudicato a suo insindacabile avviso affidabile. Nella stessa Turchia nella quale molti esponenti dell’opposizione sono stati arrestati sulla base di leggi liberticide appllicati da giudici- esecutori del sultano.
Non è un caso- non una semplice sparata- che ieri Salvini se pur confusamente auspicato “nuovi criteri” per la scelta di messa in ruolo di magistrati. Quali sarebbero questi nuovi criteri? La fedeltà acritica al sultano e al ducetto di turno? Tutti motivi per i quali contro questo approccio di Salvini è necessaria una vera mobilitazione democratica. In ballo non c’è solo Carola Rackete ma l’essenza stessa della democrazia messa in discussione da un estremista di destra che va a cena e mette nelle sue liste i fascisti di Casapound e che non sopporta i valori della Costituzione democratica nata dalla Resistenza e dalla sconfitta dei nazisti e di quei traditori della patria fascisti diventati loro fantocci. 
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