Come l’estrema destra europea è pronto a inginocchiarsi a Putin
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Come l’estrema destra europea è pronto a inginocchiarsi a Putin

Nell’audio, l’uomo della Lega ipotizza un piano per creare un cartello di forze dell’estrema destra europea (Orban compreso) che avrebbe dovuto dar vita ad un’alleanza pro-Russia

Estrema destra europea
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10 Luglio 2019 - 15.15


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Non si tratta solo di soldi e tangenti, tutte da dimostrare, mentre Savoini sostiene che si è trattato solo di un bla bla bla. Ma si tratta di un chiarissimo disegno politico che vede le forze dell’estrema destra post-nazista e tradizionalista europee pronte ad allearsi con Salvini per cambiare l’Europa.

Ma cambiarla come? Avvicinarla alla Russia di Putin e costruire un cartello di partiti e stati pro-Russia. Ossia i sovranisti che si inginocchiano allo Zar in nome di un disegno illiberale e tradizionalista di destra.

Perché, tangenti a parte, è questo ciò che emerge dall’audio: “Noi vogliamo cambiare l’Europa. E la nuova Europa deve essere più vicina alla Russia, perché noi vogliamo la nostra sovranità”. Sono queste le parole più pericolose di Gianluca Savoini, presidente dell’associazione Lombardia-Russia ed ex portavoce della Lega Matteo Salvini.

“Salvini è il primo uomo che vuole cambiare tutta l’Europa. Insieme ai nostri alleati e colleghi negli altri paesi d’Europa” dice Savoini. E poi inizia una lista: il Freiheitliche Partei Österreichs (Il Fpö austriaco di Heinz Christian Strache, lo stesso che è stato costretto alle dimissioni lo scorso maggio proprio per un video che dimostrava come stesse prendendo contatti per dei finanziamenti dalla Russia); l’Alternative für Deutschland in Germania; Il Rassemblement Nationale di Marine Le Pen in Francia (che ha preso 11 milioni dalla Russia di Putin in transazioni commerciali); L’Ungheria di Orban, con il suo Fidesz; la svedese Svedigedemokraterna; senza dimenticare che Aaron Banks, il più munifico finanziatore del Brexit Party di Nihel Farage nel Regno Unito è attualmente indagato dalla National Crime Agency riguardo la vera fonte degli 8 milioni di sterline che ha donato al partito degli euroscettici e che nel 2016 – anno del referendum – trattava proprio con la Russia su un investimento in oro e diamanti.

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In un altro passaggio dell’audio, Savoini insiste nel dire che “la storia è in marcia, e noi ne siamo al centro. Ma abbiamo tanti nemici: siamo attaccati da Bruxelles e dai fanatici della globalizzazione, non da Trump ma l’establishment di Obama è molto forte anche in Italia. Siamo in un territorio pericoloso”.

Ripetiamo, non ci sono prove che le transazioni siano avvenute. Ma l’audio, questo non si può negare, così come è impossibile negare un continuo dialogo esistente tra i vertici della Lega, Matteo Salvini in persona, e la Russia putiniana. Alla luce anche di quanto avvenuto con Strache in Austria, pensare a un disegno politico che miri a distruggere l’Unione Europea e ridisegnare la geopolitica del continente spostando l’asse verso Mosca non è solo fantapolitica. Sembra una pericolosa realtà.

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