Quasi tutto il M5s favorevole a un'alleanza con il Pd: ma i Di Maio boys sono di traverso

Dalle riunioni di deputati e senatori è emersa una quali plebiscitaria adesione ad un governo con la sinistra. Ma la vecchia guardia e il partito dei sottosegretari teme di perdere potere...

Ministri grillini dal balcone
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20 Agosto 2019 - 11.40


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Qual è lo stato dell’arte? Se Pd e Leu sono convinti in maniera quasi plebiscitaria (contrari Calenda, il governatore della Toscana Enrico Rossi e pochi altri) di un governo di legislatura con M5s, c’è da dire che in questi giorni è emerso che la stragrande maggioranza (potremmo dire stragrandissima) dei gruppi parlamentari dei 5 stelle di Camera e Senato vedrebbero con favore un governo di legislatura con la sinistra.
Però c’è un però. C’è una minoranza contraria. Una minoranza che, però, in un movimento nel quale uno vale uno, ma alcuni valgono più di tutti, hanno una sorga di Golden share: sono i Di Maio boys. 
Ossia il partito di ministri e sottosegretari alla seconda legislatura che temono come il fumo agli occhi di perdere potere.
Un potere che piace, soprattutto a chi per anni ha detto che sarebbe stato solamente un ‘dipendente’ del popolo.
I Di Maio boys sono sulla linea del no. Per loro una ricucitura con Salvini si potrebbe anche fare e, comunque, meglio al voto per finire magari al 7% che scordarsi con il Pd.
In altri termini – dicono – non è l’alleanza con la Lega ma quella con il Pd a mettere a rischio l’esistenza del movimento.
E Di Maio? Da capo politico che ha fallito dovrebbe essere sostituito. Ma così non è stato. E nessuno tra i 5 stesse (esclusi forse i suoi boys) da cosa abbia in mente.
Oppure no ha in mente nulla e lascia che siano gli eventi a trascinare lui e non lui a determinare gli eventi. 
Del resto in Parlamento ci è arrivato così: trovandosi nel fiume al momento della piena.
Quando a Conte la situazione è complicata: malgrado gli elogi pubblici Conte non è visto di buon grado dalla vecchia guardia che è gessosa della visibilità conquistata.
Molti lo vorrebbero far fuori. Ma ora no si può. Ed è per questo che cresce l’ipotesi di una sua possibile candidatura come commissario Ue. Una posizione di prestigio ma non più a palazzo Chigi e non più una persona che possa oscurare Di Maio o chi per lui.
Che succederà? Vedremo. Siamo in presenza di persone che dicono A la mattina, B all’ora di pranzo, C a cena e Z prima di dormire.
Ma le posizioni sono chiare; il gruppo parlamentare M5s vuole un governo con la sinistra.
Se le cose dovessero andare diversamente allora significa che le decisioni vengono prese altrove e i poveri deputati e senatori hanno il loro potere di votare secondo le indicazioni dei ‘capi’ oppure essere cacciati.
Vedremo.

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