Renzi avverte gli alleati: "Andare a votare oggi significa regalare a Salvini il paese"
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Renzi avverte gli alleati: "Andare a votare oggi significa regalare a Salvini il paese"

Il leader di Italia viva manda un messaggio a Zingaretti sempre meno convinto dell'esecutivo paralizzato dalle divisioni e destabilizzato da Di Maio e lo stesso ex rottamatore

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19 Novembre 2019 - 09.09


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Da un lato lui è uno di quelli che sta destabilizzando il governo, secondo solo a Di Maio. Ma sa bene che se si andasse al voto con la sua Italia Viva non andrebbe da nessuna parte.
E ora Matteo Renzi fa il pompiere: “Andare a votare oggi significa regalare a Salvini il Paese, il Quirinale, i pieni poteri. E come se non bastasse significa lasciargli Emilia, Toscana e Lazio”.
“Può darsi che questa sia la decisione autolesionista di parte del gruppo dirigente del Pd. Ma non credo sia l’interesse degli elettori del Pd, oltre che dei cittadini italiani”. 
Renzi ha detto di non temere le elezioni, “ma faremo di tutto per eleggere un presidente della Repubblica non sovranista. Questa è la nostra sfida. E Italia Viva la vincerà”.
Dopo la manovra il governo avrà bisogno di una verifica?
“Verifica, tagliando: mi sembrano espressioni vecchie, da prima repubblica e comunque il tema non mi riguarda – risponde – Noi di Italia Viva pensiamo che dopo la manovra serva il Piano Italia Shock per sbloccare i cantieri, non il rimpasto”.
“La situazione italiana è seria” e “noi – rilancia Renzi – proponiamo di sbloccare i 120 miliardi di euro che sono fermi nei cassetti attraverso l’utilizzo di procedure straordinarie come abbiamo fatto a Milano con l’Expo”. E a chi rileva che queste risorse non ci sono, replica: “conosco i numeri. Sono pronto a un duello all’americana in Tv o in un centro studi, con chiunque dica che manchino i soldi”. Quindi si rivolge a Conte:
“Fossi il premier cercherei di valorizzare le idee di Italia Viva”. L’appello del premier ai gruppi per evitare l’aumento di tasse? “Ben fatto, bravo. Quando lo dicevamo solo noi, in beata solitudine, ci consideravano i pierini della maggioranza”.

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