Giorgia Meloni (a sorpresa) "Meglio un figlio di sinistra che uno che non crede in nulla"

La capa di Fratelli d'Italia a Povera Patria ha poi aggiunto: "Vogliamo una ommissione speciale alla Camera per far luce sulle ingerenze straniere e, segnatamente, quelle cinesi sul governo italiano".

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25 Novembre 2019 - 16.17


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Le solite sparate di Giorgia Meloni, ma questa volta con un’inattesa punta di buon senso: “Memoria condivisa in questo paese? Non c’è, perché la storia viene usata per fare politica, si cerca il mostro nel nostro avversario politico”. 
Così Giorgia Meloni a Povera patria, in onda su Rai2, commentando un servizio sull’omicidio del commissario Luigi Calabresi.
A dire vero in questo post-fascisti e missini sono stati campioni, viste i ripetuti tentativi in questi anni di delegittimare la Resistenza, i partigiani, minimizzare il ruolo della destra fascista (e in alcuni casi missina) nel terrorismo, nelle stragi e nei tentativi di golpe e di utilizzare solo poco tempo fa una commissione parlamentare d’inchiesta, quella sul cosiddetto dossier Mitrokhin, per tentare di far passare Prodi per una spia sovietica anche grazie ad acquisizioni farlocche fatte da qualche collaboratore della Commissione poi finito in guai giudiziari.


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Però poi ha aggiunto, a sorpresa: “Se avessi un figlio di sinistra? Meglio un figlio che crede in qualcosa, che uno che non crede in nulla”, conclude Meloni.
Subito dopo però la capa di Fratelli d’Italia è tornata sui suoi soliti binari: “Il Mes? E’ già una fregatura così, figuriamoci dopo la riforma. Le nazioni che possono accedere ai fondi sono poche, Germania e Olanda e poche altre – ricorda Meloni – . Noi potremmo accedere solo se fossimo commissionati, ma noi però paghiamo già 15 mld di euro”.
Infine il complottiamo mondialista in salsa cinese: “Nel prossimo question time di mercoledì 27 novembre alla Camera, Fratelli d`Italia chiederà al Governo una risposta ufficiale sui rapporti dei vertici del M5S con il governo cinese: le cene e gli incontri di Beppe Grillo con l’Ambasciatore di Pechino a Roma; il numero di viaggi e visite ufficiali, e non, da parte di membri dell’esecutivo in Cina, Di Maio in primis; i rapporti economici tra la Casaleggio Associati ed aziende cinesi. Gli italiani hanno il sacrosanto diritto di sapere o no se l’Italia ha una politica estera decisa da Grillo e Casaleggio e portata avanti da Di Maio ed il M5S. Perché un conto è dialogare con altre Nazioni nei normali contesti istituzionali, altra cosa è andare alla chetichella a farsi dare istruzioni da uno Stato straniero. Pretendiamo chiarezza e per questo Fratelli d`talia chiederà anche l’istituzione di una commissione speciale alla Camera per far luce sulle ingerenze straniere e, segnatamente, quelle cinesi sul governo italiano. È in gioco la credibilità dell’Italia a livello internazionale e la difesa dei nostri interessi nazionali”.

Ma Putin no?

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