Giorgia Meloni insiste con le fake news: "Dietro le Sardine c'è Prodi"

La leader di Fratelli d'Italia: "Le Sardine vogliono farci stare zitti, non sono pacifici come li dipingono"

Giorgia Meloni
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26 Novembre 2019 - 14.01


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Il ‘manifesto’ delle Sardine continua a fare imbestialire la Destra: dopo Sallusti e il suo ridicolo editoriale in cui chiamava le Sardine di Bologna ‘fasciocomunistelli’, qualunque cosa voglia dire, ora tocca a Giorgia Meloni che afferma: “Sulle ‘sardine’ ci dicono quanto sono bravi, pacifici: io ho letto il manifesto delle ‘sardine”, dicono ‘non avete diritto ad avere qualcuno che vi stia ad ascoltare, dovete avere paura’. Paura di chi? Io devo avere paura? Di cosa? Io non ho diritto di avere qualcuno che mi stia ad ascoltare? Il punto è se sono convincente. Se non sei convincente non puoi far star zitto qualcun altro, devi essere convincente tu”.
A parte che si tratta di due frasi separate e non unite, quindi si tratta già di una rielaborazione che muta profondamente il significato del manifesto delle Sardine (per il testo, vi rimandiamo qui) continua la polemica per la frase sul ‘diritto ad ascoltare’. A chiunque non stia facendo o sia avvelenato dalla propaganda, appare evidente che la frase “Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare” è appunto una protesta contro l’onnipresenza della destra in ogni mezzo di comunicazione, infettato dalla retorica fascio-leghista. E quindi, Giorgia Meloni può avere ragione quando dice che “bisogna essere convincenti”. E le Sardine lo sono eccome: questa è la parte che alla Destra viene difficile ammettere. 
“Quando ho portato trentamila persone in piazza davanti a Montecitorio di lunedì mattina -ha aggiunto la leader di Fdi – quelli del Pd mi hanno detto sono i parrucchieri che sono chiusi, mi hanno detto che ero eversiva perchè portavo la gente in piazza. Io ho sempre avuto rispetto”, ma, ha detto ancora Meloni riferendosi alle ‘sardine’, “li ha portati Prodi che fa politica pure lui, non stiamo a giocare, è gente del Partito democratico. A me piacciono tantissimo le manifestazioni di piazza, perchè ho rispetto per la mobilitazione, però non mi venite a dire che se io porto in piazza trentamila persone di lunedì mattina sono truppe cammellate e se li porta la sinistra in piazza a Bologna sono spontanei”.
Anche qui, a Giorgia Meloni sembra sfuggire il punto: al di là del fatto che i ‘suoi’ trentamila hanno riempito una piazza di saluti romani e di riferimenti fascisti, al contrario delle Sardine che sono pacifiche e apolitiche, da notare come continua il tentativo di delegittimazione del Movimento cercando di attribuirlo a qualche personalità storica della sinistra come Romano Prodi (che, peraltro, ha già smentito). 
Questo perché la caratteristica delle Sardine che alla Destra fa più paura è proprio la spontaneità e l’assenza di un’eminenza grigia dietro la gente in piazza, o anche il fatto che gli organizzatori non hanno ricavato nulla dai loro sforzi: la gratuità, la mancanza di interesse economico, la pura essenza del volontariato politico e della mobilitazione li manda al manicomio, proprio perché rende il loro nemico difficile da attaccare. E allora, in mancanza di nemici, nel tempo della post-verità basta inventarli. 

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