Fratelli d'Italia non sa spiegarsi le Sardine e urla al complotto: "È un piano dei dem"

Lo afferma Fabio Callori, capogruppo FdI in Emilia Romagna: "È una moda passeggera, i dem hanno usato giovani comparse per nascondersi"

Sardine a Bologna
Sardine a Bologna
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28 Novembre 2019 - 18.11


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Un tempo i complottisti erano i cinque stelle, ma ultimamente anche a destra stanno riscoprendo questa pratica. E quale bersaglio migliore delle Sardine, un movimento che non solo sconvolge i piani della destra, restituendo un’immagine del paese che non è quella raccontata dalla Bestia salviniana, ma che nasce dal basso ed è totalmente apolitico. Quest’ultima caratteristica è rifiutata dalla destra, che preferisce inventare fantomatici piani diabolici dei democratici. 
Ne è un esempio il capogruppo di Fratelli d’Italia in Emilia Romagna Fabio Callori, per quale l’obiettivo delle Sardine è “evidente: sopravvivere rispetto al nuovo che avanza”.
Le Sardine, per Callori, sono “una moda passeggera, virtuale. Che sta sbagliando strategia. Ormai il giochino è palese” anche se si sono dichiarate apolitiche, secondo il capogruppo sarebbero state “smentite immediatamente dai fatti, da dichiarazioni avventate e da collegamenti stretti con i mondi che orbitano intorno al sistema conservatore della sinistra”.

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“C’è troppa supponenza negli organizzatori che stanno dietro le quinte”, dice Callori. “Hanno mandato allo sbaraglio una schiera di giovani comparse, credendo di convincere la gente che il ‘movimento’ nascesse dalla volontà di giovani responsabili, il nuovo mito della retorica dem”.
Il piano “non è venuto bene”. In primo luogo, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, perchè “non si è mai visto, in alcun paese democratico, una manifestazione di popolo contro chi non governa. Sono invece i regimi che organizzano manifestazioni teleguidate contro gli avversari perchè temono di perdere il potere con libere elezioni”.
Poi, scrive ancora Callori, “non è la prima volta che la galassia che orbita intorno all’attuale Pd si nasconde dietro una ‘piazza’ falsamente spontanea. Questo è il populismo della sinistra. Si è passati dai girotondi, alle magliette rosse, alle barchette, alle ‘sardine’. Operazioni di marketing fine a se stesse, che non parlano al paese reale ma sempre ai soliti circoli di persone che se la dicono e se la cantano in un isolamento autoreferenziale”. 

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