Questo cambio di pelle della Lega, che diventa a carattere nazionale, dispiacerà a quei nostalgici della prima ora, quelli che a Pontida ci andavano per indossare gli elmi vichinghi e bere l’acqua del Po, quelli che i terroni non volevano vederli nemmeno da lontano. Quelli come Mario Borghezio insomma, che adesso è costretto a nascondere dietro la faccia sorridente la propria delusione per il sogno infranto del federalismo di bossiana memoria. Ma non rinuncia a specificare debolmente che “La Lega di Salvini deve riconoscere un ruolo adeguato ai militanti storici, che non vogliono rinunciare a un’identità fortemente nordista”.
“Noi vecchi nordisti, pur non rifiutando la scelta strategica importante e sotto certi aspetti anche intelligente di Salvini di creare una Lega nazionale, non vogliamo rinunciare a una identità fortemente nordista. Per noi vecchi leghisti è imprescindibile il trattamento che ci verrà riservato: se ci sarà un giusto riconoscimento, per me sarà accettabile tutto il resto. Se questa vecchia Lega di Bossi avrà voce in capitolo, come è necessario, io penso che ci siano delle prospettive interessanti”.
A piacere a Borghezio, in particolare, è lo “sviluppo della Lega con una suddivisione di vecchie realtà giuridiche regionali che ha un significato politico importante, perché recupera la natura federalista. Questo aspetto lo vedo molto positivo”.
La Lega è nazionale e Borghezio diventa nostalgico: "Non ci si dimentichi del Nord"
Borghezio interpreta il sentimento di molti leghisti della prima ora: "Si riconosca il giusto merito ai militanti storici"
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21 Dicembre 2019 - 09.56
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