Parole di grande apprezzamento dall’ultimo segretario del Pci che con la Svolta diede per l’inizio di un percorso che avrebbe portato dal Pdf, poi ai Ds e poi al Pd in un graduale scivolamento verso destra fino all’arrivo di Renzi e alla svolta liberista di un leader che amava più Marchionne che la Cgil.
Certo, Occhetto avrebbe voluto che la nuova forza della sinistra nata sulle ceneri del Pci fosse ancorata a sinistra. Ma così non è stato.
“In Italia, il nuovo terreno aperto dalle Ssardine che, per usare una efficace espressione di Gramsci del 1921, hanno deciso di non identificarsi ‘con la psicologia barbarica e antisociale di alcuni strati del popolo italiano’, deve essere preso sul serio”.
In un lungo contributo pubblicato sull’Espresso, Achille Occhetto, ex leader del Pci e fondatore del Pds, sottolinea l’importanza e la novità del movimento nato a Bologna, in chiave antisalviniana.
”Il loro obiettivo – ricorda Occhetto – l’hanno dichiarato apertamente e con grande semplicità. Quello di ‘favorire lo sviluppo di un fenomeno culturale e sociale di resistenza all’avanzata del populismo e dei suoi meccanismi di attecchimento’. Cosa si voleva di più nella notte dell’attuale stagnazione democratica?”, si domanda Occhetto.
“È risibile chiedere loro se intendono costituirsi in partito e che cosa saranno domani. Sarebbe già importante cercare di capire che cosa sono oggi, intuire almeno l’importanza dell’evento: l’aver gettato il germe di una nuova narrazione. E che la loro è prima di tutto una rivoluzione culturale. Le domande in più, che vengono loro poste capziosamente, la politica dovrebbe rivolgerle a se stessa”, conclude l’ex segretario del Pci
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