Salvini ora corteggia gli ‘odiati’ comunisti: “Peppone voterebbe per me”
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Salvini ora corteggia gli ‘odiati’ comunisti: “Peppone voterebbe per me”

"Molti comunisti oggi votano Lega" dice il Capitano che cerca di convincere l'Emilia a consegnarsi a lui. Ma un voto per la Lega è un voto per il razzismo e per chi denigra la Resistenza

Salvini a Brescella con la statua di Peppone
Salvini a Brescella con la statua di Peppone
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12 Gennaio 2020 - 10.31


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“Peppone oggi voterebbe Lega. Non avete idea di quanti vecchi comunisti mi abbiano detto in questi giorni: quelli del PD preferiscono i banchieri agli operai, stavolta voto per voi!”

La domenica non ferma Salvini, che oggi è a Brescella, in provincia di Reggio Emilia. Il tour elettorale del Capitano continua e siccome siamo in terra di sinistra, Salvini sta spendendo tutte le sue forze per assicurare chi ancora diffida che lui, proprio lui, la sua estrema destra è più a sinistra della sinistra stessa. Anzi, che i comunisti oggi dovrebbero votare per lui, perché – dall’alto dello scandalo dei 49 milioni e dei fondi russi alla Lega – “il Pd pensa ai banchieri e non agli operai”.

Su questo i pastori sardi avrebbero qualcosa da ridire, visto che hanno eletto la Lega sperando in una soluzione al problema del prezzo del latte che ha paralizzato la Sardegna, e il problema – nonostante le promesse millantate da Salvini – è rimasto e il Capitano in terra sarda non si è più visto. Ma il punto non è politico, piuttosto ideologico.

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Quello che Salvini sta cercando di fare è appiattire l’ideologia: è cercare di cavalcare quell’antica tendenza italiana, cui pochi resistono, di cambiare bandiera a seconda di chi la spara più grossa, di chi promette di più. Che sinistra e destra, in fondo, hanno fallito entrambi, che lui è il futuro, che la Lega è la summa delle due diverse anime della politica italiana.

Peccato che non sia vero: non sarà vero finché non smetterà di rimestare nel torbido della cronaca nera per pescare solo i reati commessi da immigrati, dimenticando le aggressioni compiute da italiani e dai suoi amici di Casapound; non sarà vero finché non chiarirà i suoi rapporti con Savoini e questa storia sui fondi russi; non sarà vero finché non smetterà di fare terrorismo mediatico sulla sicurezza, promettendo manganelli ai poliziotti e abolendo il reato di tortura. Non sarà vero finché la Lega continuerà a denigrare la Resistenza e il 25 aprile. Queste e le altre battaglie portate avanti da Salvini e i suoi scherani, non sono temi al di là della destra e della sinistra. Questa è estrema destra, tendente al nero con nessuna traccia di rosso.

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Se davvero ci sono stati comunisti che hanno deciso di votare Salvini, di comunista non hanno mai avuto nulla. Si può capire la moderazione, ma votare Lega significa votare i decreti sicurezza, i migranti in mezzo alla strada, i muri, le amicizie con i peggiori guerrafondai del mondo. Un voto per Salvini è un voto per l’autoritarismo prepotente che sta sprofondando il mondo nella guerra. Chi riesce  a conciliare questo con vecchi valori di sinistra, ha le idee parecchio confuse.

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