C’era una volta un politico, amato o detestato che fosse, che della non violenza aveva fatto il suo credo.
E anche nei suoi discorsi infuocati contro la partitocrazia, contro il ‘regine’ partitocratico o questo e quel politico, la durissima critica politica non era mai un invito all’odio.
Per questo si capisce che sia insorto il Partito Radicale, con una lunga tradizione di digiuno non violento, contro il digiuno evocato dall’ex ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini per protestare contro le imputazioni di cui potrebbe essere chiamato a rispondere sul caso Gregoretti.
“Salvini ha scelto di digiunare ed invitare al digiuno per chiedere solidarietà – si legge in una nota – Anche facendo la tara della scadenza elettorale, resta che la nonviolenza ha poco a che vedere con questa iniziativa che lo stesso Salvini fa ricadere nel campo estetico-terapeutico e che si è ben guardato di ricondurlo ad una lotta nonviolenta. L’immagine di Salvini che beve un cappuccino richiama alle lotte di Marco Pannella che ha fatto della nonviolenza un metodo di lotta politica. Ma, è il caso di ripeterlo, un digiuno non fa nonviolenza”.
Parlare di nonviolenta con uno che ha fatto della violenza verbale uno strumento di successo elettorale è ridicolo. Senza considerare i suoi social che tracimano di odio e di insulti.
I radicali contro Salvini: "Il suo digiuno non c'entra nulla con la nonviolenza"
Il Partito Radicale prende le distanze da Capitan Nutella: "Marco Pannella ha fatto della nonviolenza un metodo di lotta politica..."
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globalist Modifica articolo
21 Gennaio 2020 - 17.51
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