“Io non vorrei mai essere in Meloni e Salvini in questo momento, perché sta venendo fuori il patetismo di chi ha sempre cercato di fare campagna elettorale, con temi molto facili contro il governo, e nel momento in cui il governo affronta un emergenza nazionale, fanno questa figura, quella dei patetici”.
Lo ha detto, Mattia Santori, leader delle Sardine punta il dito contro i due big del centrodestra, accusando in particolare il leader della Lega, per “essere stato l’ultimo a rispondere alla chiamata di Conte che chiedeva l’unità nazionale, toccando il punto più basso della carriera di questo personaggio”.
“Se chiedi – dice ancora riferendosi al leader della Lega – l’apertura del parlamento e sei il più grande assenteista del parlamento europeo della storia, viene fuori il tuo patetismo, nel momento in cui i tuoi alleati europei, Orban e gli altri sovranisti, ti rubano i dispositivi sanitari che devono arrivare nel tuo territorio, perché sono più sovranisti di te, allora emerge il tuo patetismo, nel momento in cui il fondo salva stati, il Mes, che tu hai denunciato, viene a salvare anche te che non vuoi essere salvato, viene fuori il tuo patetismo”, accusa Santori.
“Ad ogni crisi lo sciacallo torna a farsi vivo”, conclude il leader delle Sardine.
Ha poi aggiunto Santori: “Il senso dello Stato mi pare appartenga più a noi, rispetto a chi tende a difendere il paese quando gli conviene”.
Ha commenta così le parole di quanti criticano il movimento delle Sardine per essere “scomparso” nel pieno dell’emergenza legata al Coronavirus. Dalla politica al mondo dello spettacolo, dai giornalisti e commentatori di centrodestra fino al comandante Alfa, carabiniere in pensione, già fondatore dei Gis, tuitti si sono chiesti in questi giorni dove fossero finite le sardine, “mentre l’Italia è alle corde per il coronavirus”.
“Noi – assicura – ci siamo nella misura in cui possiamo esserci, chi deve stare a casa sta a casa, molti di noi lavorano negli ospedali, molti sono volontari nelle associazioni, abbiamo tanta gente che sta continuando a fare”.
“Mentre Salvini e i suoi compari erano ancora lì a sbraitare, dicendo ‘apriamo tutto, apriamo tutto’, noi sulla nostra pagina Facebook ci limitavamo a riportare, esattamente, le decisioni del governo, giorno per giorno, e non ci siamo permessi nessuna retorica”, ricorda Santori.
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