“Per tutelare la salute dei nonni va ritardato il rapporto con i nipoti, quindi devo dare alle famiglie gli strumenti per organizzare una vita diversa da quella precedente, non potendosi inizialmente basare sull’aiuto concreto che finora i nonni hanno rappresentato. Allo stesso tempo bisogna prevedere misure per aiutare la popolazione anziana ad andare avanti e vivere bene”. Così Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, in un’intervista alla Stampa.
In merito alla circolare del Viminale che apre alle passeggiate dei minorenni con un genitore, “le misure di contenimento sociale andranno avanti molto più a lungo di quello che potevamo sperare perché più a lungo dobbiamo pensare al distanziamento sociale, ma non possiamo pensare di tenere ancora chiusa un’intera generazione”, spiega Bonetti.
Un tema – quello delle uscite dei bambini – sul quale la ministra è tornata anche stamattina nel corso di un’intervista a Radio in Blu: “Le regole di contenimento sociale che ci siamo dati hanno permesso un iniziale miglioramento dei dati della diffusione del contagio, tuttavia noi sappiamo che queste misure non possono essere superate completamente nei prossimi giorni e non possiamo aspettarci che nel giro di qualche settimane tutto possa tornare alla normalità”. “Ecco perché – ha proseguito Bonetti – dobbiamo porci il tema di tutelare integralmente la salute dei bambini e dei giovani ai quali abbiamo chiesto lo stesso sacrificio degli adulti, forse anche superiore, impedendo tutte le attività fondamentali per la loro salute psicologica e crescita integrale. Come istituzioni – ha spiegato la ministra – abbiamo voluto considerare di iniziare a programmare una riorganizzazione delle relazioni e delle possibili attività fisiche all’esterno che devono avvenire in modo graduale e ordinato, secondo indicazioni precise del comitato tecnico scientifico”.
Poi Bonetti ha risposto ai dubbi espressi dalle autorità lombarde. “Il ‘secondo me’ è bandito per quanto riguarda la gestione di questa epidemia – ha detto – dobbiamo essere coerenti. Ci sono delle indicazioni tecnico scientifiche e mediche alle quali dobbiamo attenerci scrupolosamente anche nella fase di riorganizzazione dell’apertura. Compito delle istituzioni è tradurre queste indicazioni in regole sociali che permettano una vita e un inizio nuovo per il paese”.
Sulla ripartenza, ”è necessario programmarla in modo preciso e credo lo si debba fare anche attraverso uno screening sierologico che ci dica se ci sono categorie di contagiati che possono aver maturato una certa immunità, in modo da avere una mappa della parte di società che può tornare in campo prima, in attesa di avere l’immunità di gregge”, dichiara la ministra, secondo cui “il lavoro femminile può essere una risorsa collettiva da valorizzare. La tenuta biologica delle donne rispetto al virus va considerata opportunamente. Intendo portare ai vari tavoli del governo la proposta di valorizzare il lavoro femminile come risorsa prioritaria da mettere in campo per tutti ma va promosso un serio studio che consolidi le osservazioni empiriche”.
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