“Gli italiani hanno reagito alle regole indicate dal governo per il lockdown mostrando una maturità e un rigore straordinari; questo consegna al nostro Paese una forza immensa. Ora qualsiasi scelta sui tempi di riapertura deve essere orientata a limitare al massimo la recrudescenza di una diffusione che probabilmente ci sarà, ma che va tenuta sotto controllo, con il costante supporto della scienza. Mi permetto di suggerire al governo di affidarsi alle curve epidemiche per riavviare le attività di alcune categorie, come ristoranti, bar o, in generale, il commercio. Verificando anche la data del primo giugno che mi pare molto lontana”. Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, Nicola Zingaretti, segretario del Pd a proposito della fase 2 elaborata dal Governo per far ripartire il Paese.
A proposito delle parole del presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi sulla mancanza di un progetto osserva:
“Sin dal primo momento ho creduto nella necessità dell’ascolto di tutti, sia forze sociali che opposizione. Va detto, tuttavia, che mai si sono realizzate in Italia una serie di manovre in deficit come quelle messe in campo dall’attuale governo per sostenere non solo chi è entrato in cassa integrazione o non ha reddito, ma anche la ripresa delle attività industriali ed economiche. Parliamo di circa 750 miliardi”.
Il segretario Pd sottolinea l’urgenza di “far arrivare gli aiuti il più presto possibile direttamente nelle tasche dei cittadini” e invoca “più coraggio e meno burocrazia per la ripresa”.
“Conte si è impegnato ad eliminare lentezze e i passaggi inutili nell’amministrazione pubblica e a controllare che le banche facciano altrettanto. Senza un intervento efficace della mano pubblica, le famiglie con redditi modesti non ce la possono fare così come le piccole e medie imprese commerciali, artigianali, dei servizi, turistiche, culturali”.
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